Un’imbarcazione agile e veloce, che può essere guidata sia da chi non presenta problemi motori sia dai portatori di disabilità
“Càpita” è una barca da regata. Il suo nome è ispirato al titolo di un libro di Gina Lagorio, scrittrice ora scomparsa, che – in seguito a un ictus – ha descritto in queste pagine le sensazioni e le riflessioni di chi si ritrova a dover convivere con delle grandi limitazioni motorie. Un libro che ha aiutato Uberto Rasini, timoniere e co-progettista di Càpita, costretto da una malattia su una sedia a rotelle, ad affrontare alcuni dei momenti più difficili del suo percorso.
Grazie alla tenacia e alla voglia di non rinunciare alla passione per la navigazione, Rasini, in collaborazione con l’architetto Alessandro Comuzzi (qui il sito dedicato), ha messo a punto questa barca a vela che può essere gestita sia da chi non ha problemi motori sia dai portatori di disabiltà. Federico Pedrocchi e Chiara Albicocco l’hanno incontrato al Salone Nautico di Genova e si sono fatti raccontare il suo progetto. Guarda la videointervista!