Il ciclo unico di trattamento di acque di depurazione e rifiuti offre numerosi vantaggi
All’Università Ca’ Foscari di Venezia il rispetto per l’ambiente è un tema portante. Molti progetti di ricerca sono orientati alla sostenibilità e l’offerta didattica comprende un master di secondo livello in Carbon footprint. In occasione di Smau Padova, Triwù ha incontrato Paolo Pavan, docente di Impianti chimici al Dipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statistica, che ha illustrato due progetti tra i più recenti dell’ateneo veneziano. Entrambi si inseriscono nel filone consolidato dell’integrazione dei cicli di trattamento delle acque di depurazione e dei rifiuti umidi, quelli raccolti nelle abitazioni e composti per la maggior parte di acqua. Il ciclo unico è in opera ormai dal 2000 e permette di produrre energia rinnovabile dal trattamento di acque di scarico e rifiuti, attraverso fermentazione e digestione anaerobica.
Il primo dei nuovi progetti prevede un passaggio in più: la produzione di idrogeno oltre al metano. La miscela che si ottiene, composta per il 50-60% da metano, il 10% idrogeno e il resto CO2, valorizza l’utilizzo energetico del flusso, con alta efficienza e minori emissioni. Può essere usata per la cogenerazione, oppure come biocarburante, una volta eliminata la CO2. Il progetto, in collaborazione con l’Università di Verona, ha superato la fase pilota.
Il secondo progetto, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e il Parco scientifico e tecnologico di Venezia, è dedicato alle bioplastiche. Si parte sempre dal ciclo integrato di trattamento, dal quale si devia un flusso di materiale fermentato per estrarne poliidrossialcanoati (PHA), precursori della plastica biologica. Rispetto alla produzione comune di PHA l’innovazione è nell’uso delle biomasse, con una produzione a costo zero.