Un approccio che rende il processo più efficiente e competitivo
Arianna Rustignoli e Andrea Piva sono due studenti universitari, rispettivamente alla facoltà di Agraria dell’Università di Bologna e alla facoltà di Chimica dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Arianna e Andrea sono convinti che lo studio non deve restare fine a se stesso. Con l’aiuto dei rispettivi dipartimenti e della società Biotec Sys srl di Bologna e con il supporto di Spinner 2013 hanno dato vita a un progetto d’impresa che ha permesso loro di passare dai banchi dell’università ai laboratori di una startup. Si chiama BIT4enERgy e si propone di produrre biogas a partire da scarti di lavorazioni agroalimentari e agroindustriali, grazie all’uso di ceppi selezionati di funghi lignocellulosici.
L’approccio scelto si basa su processi biologici: un’applicazione fungina alle matrici di scarto che contengono la lignina, molecola complessa che racchiude la cellulosa, cioè il composto che viene degradato durante i successivi processi di fermentazione per produrre biogas. “Degradando la lignina spacchettiamo le risorse energetiche per produrre biogas. È un processo che esiste in natura, noi lo industrializziamo” spiega Arianna Rustignoli.
La produzione di biogas in questo modo è più efficiente e competitiva. Si riducono i costi delle biomasse, valorizzando matrici di scarso pregio, ma si riducono anche le dimensioni degli impianti e i loro costi di investimento e gestione, i residui del processo e le emissioni climalteranti. Una scelta che dovrebbe attirare potenziali investitori. “Trovare fondi è sempre difficile, ma siamo fiduciosi perché le energie rinnovabili hanno un peso sempre maggiore – dice Andrea Piva – Solo in Emilia Romagna sono settantasei gli impianti di biogas”.
BIT4enERgy propone quattro tipologie di servizio, oggi a livello prototipale:
– valutazione efficienza potenziale (tecnica ed economica) del processo di pre-trattamento fungino su matrici specifiche fornite dal cliente;
– valutazione efficienza reale (operativo a livello di laboratorio/pilota) del processo su matrici specifiche fornite dal cliente;
– progettazione preliminare e definitiva dell’impianto di pre-trattamento, comprendente lo start-up e l’assistenza tecnica per la gestione;
– consulenza relativa a progettazione preliminare e definitiva dell’impianto di digestione anaerobica.
Intervista a cura di Riccardo Pietrabissa per Triwù.
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