
A metà gennaio a Kiev si è tenuto BIP001, un interessante convegno sulla Blockchain, l’ennesimo sintomo di una crescente attenzione verso una tecnologia destinata ad affermarsi
Pochi giorni fa una dirigente di un’importante impresa cinese che si occupa di vendite online (un famoso marketplace da poco sbarcato in Italia) raccontava come alcuni suoi colleghi cinesi non conoscessero la FIAT, non avevano proprio idea di cosa fosse. Questo per far capire come i brand italiani, non tutti ovviamente e neanche quello sopracitato, che per altro ha cambiato nome, vivessero in un mondo che semplicemente non è più. Come se le antiche nobiltà, al di fuori delle traballanti mura di casa, contassero ancora qualcosa. Così fortunatamente, vien da dire, non è più. Il mondo sta cambiando e i brand italiani per farsi conoscere e affermarsi devono impegnarsi e lavorare e anche molto.
Riflessioni che nascono da una recente conferenza su Blockchain organizzata in Ucraina. Con tutti i problemi che hanno, investono tempo e risorse per lavorare su una tecnologia relativamente nota, non ancora affermata e su cui tanti pongono dubbi e questioni. Questo solo per chi non sapesse quanto le monete virtuali e in particolare il bitcoin, da quelle parti, siano stati utilizzati per raccogliere fondi. Non importa quali fossero gli scopi, importa che nelle manifestazioni di piazza apparivano cartelli con strisce gialle e azzurre: Support the Revolution e un bel QR Code con il quale, sebbene tutti i canali ufficiali finanziari fossero interrotti, diventava possibile inviare facilmente fondi. Tra parentesi, in tempo reale e con risibili o nulle spese di transazione. Anche qui, non è importante sapere quanti fondi siano stati effettivamente raccolti, ma è significativo che nelle piazze di Kiev, durante le manifestazioni si parlasse di e si usassero tecnologie di frontiera.
Non ci sorprenderebbe che presto simili convegni fossero organizzati, magari in Venezuela, laddove quindi queste tecnologie rispondono già oggi a dei bisogni concreti. Per questo lasciano però un po’ perplessi le argomentazioni proposte da Banca d’Italia in un recente convegno svoltosi a Milano, che, ponendosi come regolatore esterno, sembra sottovalutare l’impatto della tecnologia limitando il suo impegno. È vero che sono dei regolatori e quindi non possono svolgere azione di consulenza affiancando tutti quelli che stanno esplorando le potenzialità della blockchain, però è altrettanto vero che, se le istituzioni si dedicassero con più impegno e interesse, e soprattutto risorse al tema, potrebbero conoscerlo meglio e magari accompagnare la crescita del fenomeno restando costantemente aggiornate.
Questo non vuol dire che non si stia facendo niente, sembra però che ci sia ancora un impegno marginale rispetto a quelle che sono le aspettative del player internazionali.
Tanto prima o poi, ci sono pochi dubbi ormai, la tecnologia arriverà con applicazioni di vario genere e tipo e il gap conoscitivo dovrà essere colmato e la cornice normativa costruita. Un conto però è costruire un impianto normativo piano piano, man mano che la tecnologia evolve, altro è definirlo quando i grandi interessi hanno già stabilito le regole del gioco scegliendo tutti i parametri tecnologici di riferimento. Un compito che, oggettivamente, non ha senso possa essere affrontato dalla sola Banca d’Italia e su cui si dovrebbe lavorare a livello internazionale.
Il rischio è che, come troppo spesso è accaduto, il regolatore si troverà ad agire a cose pressoché fatte e in condizioni di asimmetria informativa, anche perché i consorzi industriali che si stanno costituendo sul mercato riusciranno ad essere operativi molto presto. Ipotesi spiacevole che potrebbe favorire la costruzione o andare a rafforzare, oligopoli tradizionalmente già sperimentati e quasi per definizione inefficienti per la collettività.
Detto questo in rete abbiamo trovato alcuni degli interventi proposti nell’incontro di Kiev. Tra i tanti relatori vale la pena sottolineare la presenza di Giacomo Zucco Ceo del Blockchainlab di Milano.
ARIEL GABIZON
Private transactions on a public blockchain using zero-knowledge proofs
JUSTIN NEWTON
Identity and blockchain
FRANK ROESSIG
“Blockchain ≠ Blockchain: Which Blockchain for what Use Case?!”
ALEXANDER YAKOVLEV
Confidentiality challenge in Distributed Ledger Technology
ALEXEY SUKHORUKOV
Bitcoin index futures on Ukrainian Exchange
SRIRAM VENKATARAMAN
Capital market use cases for Distributed Ledger Technology
VLAD ZAMFIR
Ethics and the Blockchain community
GIACOMO ZUCCO
The 4 types of blockchain use cases
Contatti:
http://bip001.com/
http://www.blockchainlab.it/