Donarle o conservarle privatamente? Uno studio sul livello di conoscenza degli Italiani
Gli italiani sanno che il cordone ombelicale di un neonato è una preziosa fonte di cellule staminali? Sono informati sulla possibilità di scegliere, al momento della nascita di un figlio, tra donazione del sangue cordonale al sistema sanitario nazionale (destinandolo così alla ricerca o a chiunque ne abbia bisogno) e conservazione privata (a utilizzo esclusivo del bambino e della sua famiglia)? Conoscono la differenza tra le due opzioni? Queste sono alcune delle domande a cui ha voluto rispondere uno studio commissionato da Assobiotec (Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie) all’Ispo (Istituto per gli studi sulla pubblica opinione) per scoprire il livello di conoscenza della popolazione sulla tematica.
Dall’indagine, effettuata su un campione di 600 individui in età fertile tra i 20 e i 44 anni, è emerso come la preparazione sia scarsa. Gli italiani non sono informati sulla possibilità di conservare il sangue cordonale: il 48% afferma di non sapere esattamente di cosa si tratti e un altro 29% di averne sentito parlare, ma di non essere al corrente della distinzione tra donazione e conservazione. Non è un caso che oggi, nel nostro Paese, il 97% dei cordoni ombelicali venga gettato via e trattato come un rifiuto biologico. Gli intervistati, inoltre, confondono le cellule cordonali con quelle embrionali: l’82% ritiene infatti che “quando si sente parlare di cellule embrionali, si intendono proprio quelle del cordone ombelicale” e l’81% che “i problemi di natura etica di cui si sente parlare si riferiscono alle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale”.
Non solo. Il campione ha mostrato di possedere poche e confuse nozioni sull’importanza e sull’utilizzo delle cellule staminali in generale. Qui la ricerca completa.
Moebius, il programma scientifico di Radio 24 ha dedicato un’approfondimento a questo argomento, intervistando Claudia Brunelli, ricercatrice Ispo. Ascolta l’intervista!