Disintermedia! Sembra difficile, ma con la blockchain si può fare!

Disintermediare, disintermediare e ancora disintermediare è il nuovo mantra, ma quali sono i confini tra le operazioni di marketing e i progetti concreti?

 

Disintermediare vuol dire mettere in connessione singoli agenti permettendo loro di comunicare, scambiarsi dati, informazioni ed effettuare transazioni senza la necessità di un’autorità terza che certifichi, dimostri o avvalli la validità degli scambi.

È, semplificando, uno scambio peer to peer, non valido solamente per il denaro, ma anche per informazioni, diritti di proprietà e più in generale informazioni a 360°. In questo contesto si aprono degli scenari interessanti e nuovi mercati.
IoT, tracciabilità della filiera alimentare e dei prodotti, PA e molto altro rappresentano infatti settori in cui la blockchain e la relazione diretta tra singoli agenti potrebbe portare enormi vantaggi.

La blockchain secondo Replay, una delle realtà presenti alla tavola rotonda del 17 marzo a Base Milano su Blockchain in ambito non finanziario, è un «registro transnazionale sicuro, condiviso da tutte le parti che operano all’interno di una data rete distribuita di computer. Registra e archivia tutte le transazioni che avvengono all’interno della rete, eliminando, in definitiva, la necessità di terze parti “fidate”».

Dalle 18.30 abbiamo approfondito il tema dialogando con startup e aziende che lavorano sulla tecnologia blockchain in ambito non finanziario e con realtà più importanti che invece stanno lavorando per ottimizzare i loro servizi anche finanziari. Fausto Jori Communities of Practices Director ha fatto il punto sullo stato dell’arte, spiegando quando l’uso della Blockchain ha senso e quando invece è utilizzato come mero strumento di marketing, Savino Damico dell’Innovation Department di Intesa Sanpaolo ha illustrato invece l’approccio di una banca spiegando i motivi di interesse e le modalità di lavoro (riportando la platea sulla Terra).

Giuseppe Cardinale Ciccotti ha mostrato le soluzioni e la filosofia proposta da UniqID, una startup con portafoglio negli Usa e testa italiana che sta lavorando per inserire la blockchain nelle relazioni m2m, unendo le parole magiche IoT e blockchain per dare un’identità precisa alle cose. Uno strumento di sicurezza informatica che, per esempio, potrebbe essere essenziale nel mappare gli spostamenti delle auto senza pilota o dei droni e tracciare gli acquisti effettuati direttamente dalle macchine.

Marco Vitale di Block srl, invece, sta lavorando su una blockchain pubblica in grado di relazionarsi con quasi tutte le altre, la prima applicazione è studiata sulla tracciabilità dei prodotti, non solamente alimentari, ma non mancano molti altri progetti, per esempio nel campo della mobilità. Qui come si vede nel video si è concentrato sulle specificità e l’impegno di Block srl nella tracciabilità agroalimentare. Tra i tanti settori che saranno toccati ci sono anche le amministrazioni pubbliche, proprio su questo Stefan Gasslitter ha il punto sul lavoro che sta facendo, in questo caso con una blockchain privata, per connettere l’amministrazione provinciale di Bolzano con ogni suo singolo comune.
Non sono mancati commenti e domande su ICO, bitcoin, startup e smart contract.

Aziende e persone intervenute:

  • Fausto Jori Communities of Practices Director, Reply Blockchain cum grano salis?
  • Savino Damico Innovation Department, Intesa Sanpaolo L’approccio Intesa Sanpaolo alla Blockchain e alla Distributed Ledger Technology
  • Giuseppe Cardinale Ciccotti CTO, UniquID Inc. Identity Access Management Decentralizzato per IoT
  • Stefan Gasslitter Generalmanager Informatica Alto Adige SpA La trasformazione digitale con blockchain
  • Marco Vitale CEO Block srl Tracciare il made in Italy, ma non solo

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