- Agricoltura e risorse idriche
- Depurazione e riciclo delle acque
- Gestione delle acque urbane
- Risorse idriche ed energia
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, che ricorre il 22 marzo, abbiamo realizzato un dossier dedicato a questa fondamentale risorsa. Il tema è affrontato sotto diversi aspetti, attraverso articoli, video e interviste radiofoniche per le trasmissioni di Radio24 Moebius e Smart City.
Triwù, in questa giornata, partecipa al workshop del Politecnico di Milano “L’acqua e l’ingegneria: oggi e domani”, seguendo in diretta streaming l’incontro.
AGRICOLTURA E RISORSE IDRICHE
FloatingPV: energia e cibo a impatto zero
Agricoltura
Dall’energia solare alla produzione di riso attraverso una catena di processi virtuosi. È la tecnologia FloatingPV, pensata e realizzata dalla startup parmense Innovapv. L’idea è quella di sfruttare bacini d’acqua chiusi – laghi senza affluenti, dighe, riserve per l’irrigazione – per disporre pannelli fotovoltaici galleggianti destinati alla produzione di energia elettrica… Meno irraggiamento significa anche temperatura dell’acqua più bassa. Si evita così la degradazione dei bacini, che possono essere recuperati e destinati all’acquacoltura.
Citimap per l’agricoltura di precisione
Agricoltura
Luigi Stefanini, di Citimap, intervistato da Federico Pedrocchi, racconta le nuove frontiere dell’innovazione in agricoltura: la mappatura dei terreni permette di ottenere le informazioni che sono utilizzate dalle macchine agricole “smart”. I dati forniti dalla mappa di prescrizione sono letti dalla macchina agricola, che interviene sullo specifico appezzamento erogando l’acqua e i prodotti necessari, con una precisione altissima, praticamente al metro quadrato. Con grande risparmio…
Una serra galleggiante
Agricoltura
Jellyfish barge è una soluzione innovativa per coltivare frutta e verdura in modo sostenibile: utilizza l’acqua dei fiumi o del mare e non sfrutta le risorse del terreno. Si tratta di una serra, costruita su una piattaforma galleggiante, che depura e desalinizza le acque in cui si trova per produrre a bordo ortaggi con la tecnica idroponica.
EXPO 2015: l’agricoltura del futuro nel campo dimostrativo di Lodi
Agricoltura
La stazione dimostrativa dove conoscere “in campo” alcune delle tecnologie disponibili per rispondere alla grande sfida per “Nutrire il pianeta” attraverso uno sviluppo sostenibile.
Nuove tecnologie per il risparmio idrico in agricoltura
Agricoltura
Nicola Lamaddalena del CIHEAM – Centro Internazionale Studi Superiori Agronomici Mediterranei, durante Sana 2014, il salone internazionale del Biologico e del Naturale che si tiene a Bologna, interviene sulle potenzialità offerte dalle tecnologie per il risparmio idrico e sull’energia necessaria per il loro funzionamento. La sfida è trovare soluzioni sostenibili.
Irrigazione Smart
Agricoltura
Paolo Mannini, Direttore Generale del Consorzio CER (Canale Emiliano Romagnolo) a SANA 2014, Salone Internazionale del biologico e del naturale, presenta, dopo anni di sperimentazione del CER, i dati ottenuti dalle ricerche sviluppate per affrontare uno dei grandi problemi dell’agricoltura, la corretta irrigazione.
Sono state sperimentate colture poco idroesigenti, tecnologie per l’irrigazione più efficaci (per esempio irrigazione a goccia o per dispersione) e un modello in grado di calcolare anche il momento migliore per ottenere la massima crescita della pianta con il minore volume di acqua.
Inquinamento dei corsi d’acqua: la soluzione arriva dalle piante
Depurazione e riciclo delle acque
Il Progetto RIPARI (Riduzione degli Impatti delle Pressioni Agricole sulla Risorsa Idrica) – con partenariato composto da Hydrogea Vision srl come capofila, ETG srl e CNR-ISE di Firenze – prevede la realizzazione di un sistema pilota di Fascia Tampone e un sistema di monitoraggio in Val di Chiana all’interno del Centro di Collaudo e Trasferimento dell’Innovazione di Cesa (AR).
La fascia tampone è una striscia di terra ricca di vegetazione “costruita” in questo caso tra i campi coltivati e il corso d’acqua. Federico Pedrocchi ha intervistato Marco Mazzoni, responsabile del Progetto RIPARI – Hydrogea Vision srl.
IntCatch, un progetto per la tutela dei bacini idrici
Depurazione e riciclo delle acque
Francesco Fatone, docente di Impianti chimici all’università di Verona e del team LabICab, laboratorio di ingegneria chimica dell’ambiente e dei bioprocessi dell’Università di Verona, presenta il progetto IntCatch, di cui è coordinatore.
Lo scopo di IntCatch è individuare strumenti e modalità per il monitoraggio e la gestione dei bacini idrici, con un focus specifico sul lago di Garda.
Filtri nanotecnologici per la depurazione dell’acqua
Depurazione e riciclo delle acque
Nei laboratori dell’Istituto per la Microelettronica e i Microsistemi (IMM) del CNR di Catania, i ricercatori stanno effettuando degli studi per applicare le nanotecnologie alla purificazione dell’acqua.
L’obiettivo è quello di ottenere in futuro filtri più performanti grazie all’applicazione di nano-strutture sia di biossido di titanio che di grafene. Queste ricerche sono effettuate nell’ambito del progetto europeo WATER (Winning Applications of NanoTEchnology for Resolutive hydropurification), finanziato nell’ambito del settimo programma quadro. Intervista a Maria Antonietta Buccheri del CNR di Catania.
Idrogeno e bioplastiche dai rifiuti
Depurazione e riciclo delle acque
Triwù ha incontrato Paolo Pavan, docente di Impianti chimici al Dipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statistica, che ha illustrato due progetti tra i più recenti dell’ateneo veneziano. Entrambi si inseriscono nel filone consolidato dell’integrazione dei cicli di trattamento delle acque di depurazione e dei rifiuti umidi, quelli raccolti nelle abitazioni e composti per la maggior parte di acqua.
Sostenibilità nell’industria tessile
Depurazione e riciclo delle acque
Risparmio idrico ed energetico nell’industria tessile: è questo l’obiettivo del progetto Wasatex (Water Saving Process for Textile), finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Eco-Innovation, istituito per sostenere l’innovazione tra le PMI e migliorare la loro competitività.
Al centro del progetto, Olimpias Group, società tessile nata da diverse realtà industriali con forte radicamento nel territorio italiano e base a Ponzano Veneto (TV), insieme ad Aspel ed Europrogetti di Padova, aziende di gestione tecnica e di ingegnerizzazione di impianti e processi di depurazione.
Biopolimeri dalle acque di scarico
Depurazione e riciclo delle acque
A Verona è stata messa a punto una tecnologia in grado di ricavare dalle acque di scarico, e dai microorganismi che le popolano, varie tipologie di biopolimeri, come quelli con cui si fabbricano i sacchetti di plastica riciclabile.
Francesco Fatone – Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona
Ascolta l’intervista alla trasmissione Smart City di Radio24...
Progetto DEMOSOFC: biogas e celle a combustibile per depurare l’acqua senza sprechi di energia
Depurazione e riciclo delle acque
Sarà il primo impianto di taglia industriale in Europa che produrrà energia elettrica sfruttando la tecnologia delle celle a combustibile a ossidi solidi (SOFC), e il più grande al mondo alimentato dal biogas ottenuto dalla depurazione delle acque. Verrà installato presso il depuratore di Collegno, vicino a Torino, e sarà realizzato grazie al progetto europeo DEMOSOFC coordinato dall’ateneo torinese e a cui partecipano altri 5 istituti di ricerca e aziende europei.
Le celle a combustibile a ossidi solidi sono probabilmente le più vicine a essere applicate su larga scala per via della loro efficienza elevata, flessibilità (vanno a idrogeno ma anche a metano e con vari tipi di alcol) e perché sono poco sensibili alla presenza di impurità. Ma non è finita qui: i fumi di scarico di queste celle a combustibile contengono CO2 facilmente separabile, che invece di finire in atmosfera può essere usata per vari scopi, tra cui la crescita accelerata di alghe.
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AWA Modula: un “mega-deumidificatore” per produrre acqua potabile dove l’acqua non c’è
Depurazione e riciclo delle acque
Come sa chiunque abbia in casa un piccolo deumidificatore, questi apparecchietti hanno bisogno di essere svuotati regolarmente dall’acqua che estraggono dall’ambiente. Ciò che in un caso rappresenta una scocciatura può invece rappresentare un’opportunità se guardato sotto un punto di vista differente.
Infatti il mondo è pieno di luoghi che non dispongono di acqua o che, se ce l’hanno, richiede di essere purificata o desalinizzata prima di essere utilizzabile. In questi casi può essere più efficiente estrarla dall’aria con una sorta di mega-deumidificatore.
All’Università di Pavia sono partiti da qui per mettere a punto AWA Modula, un apparato presentato all’EXPO destinato, per esempio, a rendere disponibile una fonte di acqua potabile, e al limite sterile, in situazioni di emergenza; o per consentire a un albergo di auto-prodursi l’acqua sanitaria sfruttando il sistema di climatizzazione già presente.
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SOLWA: una serra solare contro la sete
Depurazione e riciclo delle acque
SOLWA è una start-up innovativa nata nel 2012 come spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia con l’obiettivo, anzitutto, di trovare una soluzione per fornire acqua potabile in quelle aree del mondo nelle quali non solo l’acqua è un bene scarso, ma in cui spesso mancano anche quelle facilities – prima fra tutte l’energia elettrica – che permettono di ricavare acqua potabile dall’acqua di mare, o da altre fonti idriche in una qualche misura “inquinate”. SOLWA fa tutto questo grazie a una speciale serra solare messa a punto con approfonditi studi di fluidodinamica. Come vedremo, il sistema funziona bene, oltre che per la produzione di acqua potabile, anche per l’essiccazione di legna, alimenti, fanghi di depurazione ecc., tutti processi ad alto consumo di energia.
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Fiocchi di grafene per depurare
Depurazione e riciclo delle acque
Scoperto solo pochi anni fa usando una matita e dello scotch adesivo, il grafene sembra essere destinato a divenire uno dei materiali più importanti del futuro. Parliamo di un materiale ultrasottile, un foglio formato da un solo strato di atomi di carbonio (anche se spesso i materiali usati nella realtà hanno più di uno strato) dalle proprietà sorprendenti, l’ultima delle quali sembra essere una straordinaria efficacia nella rimozione degli inquinanti. Una piccola impresa italiana ha infatti dimostrato che con un procedimento semplicissimo e dei fiocchi di grafene è stato possibile rimuovere da un bacino idrico, in Romania, gli idrocarburi disciolti nell’acqua, portando la concentrazione da 300 parti per milione a 0,5. Attualmente non esistono sistemi in grado di rimuovere concentrazioni di inquinanti di questo tipo: si riesce a togliere il grosso, ma non la parte disciolta residua. Il sistema sembra funzionare altrettanto bene con il terreno inquinato e con i fumi di scarico industriali. Ascolta la puntata di Smart City di Radio24…
Bolle e sostenibilità
Depurazione e riciclo delle acque
Non c’è film sui sommergibili in cui l’addetto al sonar, a un certo punto, non gridi: “Suoni di cavitazione! Suoni di cavitazione!”. La cavitazione è quel fenomeno per cui, quando si sottopone un liquido a una forte depressurizzazione – come accade su lato posteriore delle eliche quando girano al massimo – si formano delle bolle che poi collassano improvvisamente e così violentemente da produrre al loro interno pressioni elevatissime e temperature che possono arrivare, anche se per un breve istante, a migliaia di gradi. La cavitazione è uno dei tanti fenomeni collegati alla fisica delle bolle, le quali hanno un gran numero di proprietà sorprendenti. Una giovane società italiana infatti, Biokavitus, ha messo a punto procedimenti che, sfruttando le bolle, permettono di depurare acque industriali, trattare reflui animali e forse, un domani, anche di produrre energia. Ascolta la puntata di Smart City di Radio24…
Progetto Hidro-life
Depurazione e riciclo delle acque
Da qualche anno c’è un gran fermento intorno a fognature e depuratori, acque reflue e scarichi fognari: c’è chi ci fa biogas, chi bio-plastiche, chi ne tira fuori fertilizzanti e acqua purissima, chi ci coltiva alghe e così via. Il progetto Hidro-life è uno dei primi tentativi di produrre energia elettrica in un impianto di depurazione sfruttando il dislivello tra varie parti dell’impianto; configurazione peraltro comune in molti impianti. Il principio è lo stesso delle tradizionali centrali idroelettriche, ma in questo caso le turbine hanno a che fare con un liquame molto aggressivo e materiali “solidi”, per cui ci vogliono tecnologie speciali. Ma una volta superati i problemi tecnici, il modello sarebbe largamente replicabile. Ascolta la puntata di Smart City di Radio24…
L’Integrated Seawater Energy and Agriculture System
Depurazione e riciclo delle acque
Unire allevamento di pesci e crostacei, depurazione delle acque reflue e produzione di biodiesel e biogas, o bioetanolo. Tutto insieme. E senza consumare un goccio d’acqua dolce. Tutto questo ha un nome: Integrated Seawater Energy and Agricolture System; è un progetto, che sta per essere implementato su scala industriale ad Abu Dhabi, messo a Punto al Masdar Institute of Science and Technology. E’ un sistema integrato che unisce pescicoltura, coltivazioni di speciali piante che proliferano sui terreni salini – la salicornia, da cui si ricavano bio-combustibili – e foreste di mangrovie. In pratica le acque marine reflue della piscicoltura nutrono le piante di salicornia e vengono filtrate dalle piante di mangrovia prima di ritornare in mare.
Ascolta la puntata di Smart City di Radio24…
Batteri “elettrici” per purificare l’acqua senza consumare energia
Depurazione e riciclo delle acque
Un salasso di elettroni ai batteri che depurano l’acqua per ridurre, e al limite azzerare, l’energia consumata dagli impianti di depurazione. All’Università di Alcalà, Madrid, un gruppo di ricercatori che studia la bio-elettricità, cercando di capire come estrarre energia elettrica dai processi di depurazione delle acque, ha scoperto che sfruttando fenomeni di elettricità naturale è possibile stressare i batteri che si nutrono degli inquinanti, portandoli a mangiare molto senza ingrassare e senza riprodursi. Ciò rende inutili trattamenti energivori tipici degli impianti di depurazione, come il pompaggio di aria o ossigeno, abbattendone i consumi di elettricità. Consumi che in Italia, per esempio, pesano per circa l’1,5% del fabbisogno di energia elettrica.
Ascolta la puntata di Smart City di Radio24…
GESTIONE DELLE ACQUE URBANE
Aquasystem
Gestione delle acque urbane
Maurizio Giugni, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (DICEA) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Gianluca Sorgenti diABC Napoli, Acqua Bene Comune presentano il progetto, approvato nell’ambito del bando nazionale “Smart city and Social Innovation” del MIUR, finalizzato alla gestione del ciclo integrato delle acque.
Realizzando uno Smart Water Network, sviluppa procedure e tecnologie innovative che consentano una gestione sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee, l’ottimizzazione energetica, il controllo della qualità dell’acqua dei sistemi acquedottistici e fognari.
Acqua in rete
Gestione delle acque urbane
Tra i progetti finanziati dai bandi “Smart Cities” del MIUR e di Regione Lombardia, c’è SWaRM-NET, una rete per la gestione intelligente delle risorse idriche, che contribuirà a controllare e monitorare il sistema di gestione dell’acqua dal punto di vista fognario e della distribuzione.
Come spiega Gianni Tartari dell’Istituto di Ricerca Sulle Acque del CNR – lo scopo del lavoro è quello di sviluppare una visione integrata del sistema acqua in grado di raccogliere ed elaborare un’immensa mole di dati, attraverso una rete di sensori ramificata.
IoTibevo
Gestione delle acque urbane
Il progetto IoTibevo di SMAT nasce per rispondere alle esigenze di monitoraggio e controllo dei punti di distribuzione dell’acqua di rete per uso alimentare, i cosiddetti ‘chioschi dell’acqua’. Nasce così un sistema di ‘monitoraggio intelligente’ attraverso sensori installati in ogni chiosco per ottimizzare gli interventi della rete idrica e per conoscere in tempo reale la qualità dell’acqua in tutta la rete, risparmiando tempi e costi di gestione. Ogni punto è, inoltre, munito di un sistema di videosorveglianza a distanza e di un servizio WiFi attraverso il quale l’utente, collegandosi all’App di SMAT può identificare il punto acqua più vicino a casa propria, verificandone anche quante persone sono in coda in quel momento.
ECO Courts a Padova
Gestione delle acque urbane
Il progetto ECO Courts, promosso dal Comune e finanziato dalla Commissione Europea, parte dall’idea che i condomini e le famiglie possano essere il luogo di aggregazione ideale per stimolare azioni collettive a favore dell’ambiente. Il progetto si prefigge di dimostrare che ogni famiglia può raggiungere significativi risultati in termini di riduzione dei consumi. Gli esiti che ci aspetta sono: 30% di riduzione del consumo di acqua a livello domestico; 15% di riduzione dell’energia consumata nelle abitazioni-condomini; 15% di riduzione di rifiuti.
Disastri naturali: che fare prima del 2050
Gestione delle acque urbane
Triwù ha incontrato una classe di liceo per parlare di rischio ambientale, un tema che Triwù segue da tempo, partecipando al progetto europeo Know4 Disaster Risk Reduction (Know4DRR) coordinato dal Politecnico di Milano.
Il video inizia con una rapida, concentrata lezione sul tema “come nasce una inondazione”, tenuta da Francesco Ballio, del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano. Segue l’intervista con la quarta E – scienze applicate, del Liceo C.Cavalleri di Parabiago.
WARBO, Tecnologie innovative per la gestione sostenibile delle risorse idriche
Gestione delle acque urbane
L’Università di Ferrara, Dipartimento di Fisica e Scienze della terra e il Comune di Copparo nell’ambito del progetto WARBO Innovative Technologies for the Sustainable Management of Water Resources – Tecnologie innovative per la gestione sostenibile delle risorse idriche – grazie ad un finanziamento del programma LIFE+ hanno realizzato azioni dimostrative di ricarica artificiale degli acquiferi e depurazione delle acque nell’area test della pianura alluvionale del Po nel Comune di Copparo (FE). Le attività di ricarica condotte presso il Comune hanno consentito lo sviluppo di metodologie innovative per il recupero e la valorizzazione delle risorse idriche ai fini della ricarica artificiale degli acquiferi è uno degli adempimenti necessari ai fini della sostenibilità del ciclo dell’acqua in ambiente sia rurale sia urbano. Il risparmio di risorse idriche è indirizzato a garantire la resilienza delle pratiche agricole ai cambiamenti climatici e a contrastare la desertificazione in un territorio caratterizzato da fenomeni di salinizzazione degli acquiferi.
Ascoltare le acque, con Lorno
Gestione delle acque urbane
Lorno è l’idrofono utilizzato dal Gruppo Hera per individuare le perdite idriche in tempo reale, migliorando i tempi di attivazione dei servizi di pronto intervento. Il sistema Lorno, essendo direttamente a contatto con l’acqua, usa un sensore che rileva il rumore delle onde sonore riuscendo ad individuare perdite fino a distanze di 500 metri. Con l’installazione di 13 idrofoni integrati all’interno degli idranti interrati in strada, a Riolo Terme, dove è stato sperimentato per la prima volta in Italia, sono stati coperti circa 14 chilometri di rete distributiva. Grazie a questo sistema, la riparazione delle perdite diventa tempestiva. Infatti, ogni volta che è rilevata un’anomalia o un guasto, viene trasmesso un segnale di allarme all’Unità di Controllo e programmazione installata in un serbatoio idrico sul territorio comunale. Da qui i dati vengono trasferiti a un sistema di telecontrollo via web. L’analisi dell’intensità e della frequenza di quel segnale consente all’operatore di diagnosticare il tipo di perdita e mettere in atto le azioni necessarie per ripararla.
Tutela dell’acqua: nuove regole per tenere conto del cambiamento climatico
Gestione delle acque urbane
L’acqua italiana, quella che esce dal rubinetto, è decisamente buona. Più del 99% dell’acqua di rete rispetta le norme in materia, che però stanno cambiando. Infatti, l’Europa ha ridefinito le regole per la tutela delle acque destinate all’alimentazione umana, introducendo limiti per nuove sostanze, fino ad ora non considerate, ma soprattutto, modificando l’approccio. Il rischio, infatti, è che anche dove l’acqua, oggi, è buona, le cose possano cambiare, per esempio per effetto del cambiamento climatico che in molti casi sta modificando gli equilibri idrogeologici.
Per prevenire eventualità di questo tipo, le analisi dell’acqua che esce dal rubinetto non bastano, servono studi più approfonditi ed estesi a tutta la filiera di approvvigionamento dell’acqua.
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Anche i tubi parlano, al Politecnico di Milano
Gestione delle acque urbane
Anche i tubi parlano; quelli dell’acquedotto. E a seconda del fatto che vada tutto bene o che ci siano interruzioni, disfunzioni, perdite o altro, la “voce” del tubo muta. Captarla e interpretarla può consentire di monitorare sistemi idraulici che sono stati realizzati in epoche in cui non c’era alcuna possibilità di dotarli di una sensoristica avanzata.
Per monitorare tubi e condotte servono speciali microfoni, simili a quelli che si usano per amplificare le chitarre acustiche, ma il concetto è molto semplice: non diverso dalla tecnica con cui si può ascoltare arrivare il treno appoggiando l’orecchio su una rotaia. Ma si può anche fare di più, e trasformare i tubi di un acquedotto in una rete capace di trasmettere dati.
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Gestione idrica e cambiamento climatico
Gestione delle acque urbane
A causa del cambiamento climatico le piogge sono sempre più concentrate in poche, violente precipitazioni: bombe d’acqua che in qualche ora scaricano sul terreno le precipitazioni di una stagione, o di un intero anno.
E’ una situazione che mette a rischio gli equilibri idrogeologici, peggiora la qualità delle acque superficiali e mette in difficoltà i sistemi di gestione idrica di molte città. In particolare il paradigma, discutibile ma assai diffuso, secondo cui le acque meteoriche vengono dirottate nel sistema fognario, e da lì ai sistemi di depurazione, è del tutto inadeguato a gestire le precipitazioni più intense.
Ecco perché sarebbe necessario, in molte città, ricostruire infrastrutture simili ai reticoli di canali di deflusso di cui qualunque città medioevale, in assenza di fogne, era ben dotata.
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Prove di smart metering multiservizio
Gestione delle acque urbane
Partirà a breve in Italia uno degli esperimenti più avanzati in fatto di smart metering multiservizio. Parliamo della realizzazione di una infrastruttura telematica che utilizza un mix di tecnologie radio, telefoniche e di rete, in grado di raccogliere e gestire opportunamente le misure effettuate dai contatori dell’elettricità, del gas e dell’acqua, nonché di ospitare anche il transito di altri dati, come quelli legati a teleriscaldamento, rifiuti, traffico ecc. La sperimentazione è stata voluta dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, e riguarderà nove città italiane: Torino, Reggio Emilia, Parma, Modena, Genova, Verona, Bari, Salerno e Catania per un totale di circa 60 mila punti di fornitura coinvolti.
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Se il tombino diventa intelligente
Gestione delle acque urbane
Solo nella città di Roma ci sono circa mezzo milione di tombini per la raccolta delle acque piovane. Per riuscire a controllarli tutti almeno ogni due mesi, verificando, per esempio, che non siano ostruiti o non siano stati rubati, servirebbero qualcosa come 1000 persone: un esercito che nessuna pubblica amministrazione può permettersi, col risultato che gli interventi di manutenzione si fanno su chiamata, quando cioè il problema è già sorto. Smart Manhole è un progetto dell’ACI che, insieme al CNR, ha messo a punto un sistema intelligente di monitoraggio dei punti di raccolta delle acque piovane: grazie ad appositi sensori, montati sugli stessi tombini, permette di verificare se siano liberi o ostruiti, di valutare il livello delle acque nel sistema di drenaggio sottostante e persino di segnalare manomissioni e furti.
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RISORSE IDRICHE ED ENERGIA
Next Energy
Risorse idriche ed energia
Eros Bridi, di Next Energy: l’idea alla base della start up è quella di un sistema per ricavare energia elettrica a partire dal movimento dell’acqua all’interno delle tubature in pressione, grazie a una turbina di semplice installazione, che permette anche di modulare l’abbattimento di pressione.
Orchid, dalle orchidee la casa del futuro
Risorse idriche ed energia
La tradizionale coltivazione delle orchidee in serra ha dato lo spunto per la progettazione di Orchid la casa pensata dalla National Chiao Tung University di Taiwan per il Solar Decathlon Europe 2014. La casa del futuro, secondo i progettisti, potrebbe produrre 987 gigawatt-ora all’anno e raccogliere 20,44 tonnellate di acqua piovana.