ottavia

Giovanni Teneggi al SEOC 2022 porta esempi concreti di impatto sociale delle imprese: eroi resilienti o…?

Giovanni Teneggi è responsabile per la promozione di imprese di comunità per Confcooperative Reggio Emilia. Teneggi, 53 anni, è nato sull’Appennino Tosco-Emiliano e vi risiede con la famiglia. Dopo una vita professionale dedicata ai settori della formazione professionale e della consulenza aziendale, all’impresa cooperativa, a incarichi in aziende pubbliche e private nei settori farmaceutico, sociosanitario e di servizio all’impresa, ora è particolarmente impegnato nella ricerca e nello sviluppo dell’impresa di comunità.

Che cos’è una impresa di comunità? All’interno di un percorso con il quale uno spazio diventa un luogo, un luogo dove persone condividono relazioni, valori e il senso dello stare lì e della convivenza, fino a diventare comunità. Le imprese, le cooperative di comunità portano in questo percorso una dimensione economica. Le relazioni, la comunità rafforza l’impresa, l’impresa rafforza la comunità.

Nel racconto di Teneggi sono delle belle avventure, nelle quali sono spesso protagonisti i giovani, che magari raccolgono il testimone, l’eredità di una impresa, di un negozio, di un servizio che sarebbe chiuso e smantellato. Di solito si ritiene che siano diffuse e funzionino soprattutto in luoghi a rischio di spopolamento, in zone montane e isolate, ma in realtà questa narrazione è corretta da Teneggi, che spiega come queste imprese possono nascere anche nei quartieri delle città, nei paesi più popolosi, nei condomini, in tutti i luoghi dove si riesce mettere insieme una cittadinanza realmente protagonista e un’economia utile per il benessere della comunità.

L’intervento di Teneggi ha riscaldato una platea di giovani imprenditori sociali, perché attraverso numerosi esempi ha aperto delle prospettive “di senso” concrete, reali.

Proviamo a ricordare qualcuno degli esempi fatti, iniziando da una esperienza in Gran Bretagna, dove nei paesi privi di servizi gli abitanti aprivano un negozio gestito dalla comunità, e siamo a fine ‘800.

E’ invece del 1913 la prima centrale idroelettrica cooperativa, a Paluzza, in provincia di Udine.
“La centrale idroelettrica del Fontanone risale al 1913: è la prima centrale, inaugurata a due anni di distanza dalla fondazione della Società Elettrica Cooperativa Alto Bût, e ne rappresenta il motore di sviluppo e il fattore di identità e appartenenza.
L’impianto assicurò per la prima volta la continuità della fornitura dell’energia elettrica a Paluzza e dal 1914 nei comuni di Treppo Carnico, Ligosullo e Cercivento.
All’indomani della Grande Guerra le acque del Fontanone, che già muovevano il mulino e la segheria di Paluzza, diedero energia alle nascenti attività produttive dell’Alto Bût.

Teneggi cita Monticchiello, nella Val D’Orcia, dove il teatro è al centro della partecipazione dei cittadini a partire dal 1967, quando iniziarono a allestire spettacoli, parlando di terra, di lotte dei mezzadri contro i padroni, ricordando la Resistenza e altri episodi di opposizione. “La cooperativa sorta a partire dall’esperienza del teatro partecipato è un modello sociale, economico – finanche politico – felice, uno dei primi tentativi di questa tipologia realizzati in Toscana, per produrre vantaggi a favore di una piccola comunità grazie a un’inusitata triangolazione tra attività di impresa, istituzioni e cittadinanza attiva.”

Food Coop è il titolo di un documentario di Tom Boothe, il regista che raccconta la storica esperienza di Park Slope a New York, il supermercato cooperativo dove i clienti sono anche soci e gestori. Tom tuttavia non si è limitato a raccontare questo modello, ma l’ha esportato nel Vecchio Continente. Arrivato a Parigi, ha contribuito a fondare La Louve, la prima food coop europea, sulla scia della quale ne stanno nascendo molte altre. “Il Park Slope Food Coop è un negozio di alimentari di proprietà e gestito dai soci, un’alternativa alle attività commerciali orientate al profitto. Come membri, contribuiamo con il nostro lavoro: lavorare insieme crea fiducia attraverso la cooperazione e il lavoro di squadra e ci permette di mantenere i prezzi il più bassi possibile nel contesto dei nostri valori e principi. Solo i soci possono fare acquisti e condividiamo equamente responsabilità e benefici.”

A Cerreto nell’Alpe nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano I briganti del Cerreto hanno costruito una impresa di comunità, a partire dal vecchio metato per la produzione di farina di castagne. L’antico essiccatoio è stato recuperato e ristrutturato nel 2007 grazie ad un contributo del Gal Antico Frignano Appennino e del comune di Collagna ed oggi rappresenta una delle “attrazioni” turistiche maggiormente visitate all’interno del borgo. L’economia delle castagne è una economia di comunità: il metato doveva restare acceso per quaranta giorni e quaranta notti e il fuoco diventa luogo di incontro, di racconti, di lavoro,,,
I Briganti dalle castagne sono passati ad offrire una serie di servizi ambientali e turistici, contribuendo alla rinascita del vecchio borgo. Teneggi non li definisce eroi visionari, ma persone che hanno recuperato il patrimonio materiale e immateriale del borgo, per metterlo a valore nella comunità, attingendo anche alle storie e alle biografie degli abitanti del luogo.

A Dossena, in provincia di Bergamo, lungo la Via Mercatorum in Val Brembana, si trova il comprensorio minerario più antico della montagna bergamasca. Utilizzate e abbandonate in varie epoche storiche, le miniere furono studiate anche da Leonardo Da Vinci per le tecniche estrattive che qui si utilizzavano. L’attività della miniera cessa definitivamente nel 1981. nel 2016 un gruppo di Giovani fonda una Cooperativa di Comunità per ridare vita al paese. I Raìs è una Cooperativa di Comunità, un’impresa che ha come esplicito obiettivo quello di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci appartengono o eleggono come propria. Per raggiungere questo obiettivo, si lavora alla “produzione di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della qualità della vita sociale ed economica”. La cooperativa nasce per la promozione e il rilancio turistico e per dare continuità ai progetti di sviluppo già avviati, incrementandoli con i servizi necessari al paese. Teneggi parla di una eredità lasciata non ai propri eredi ma a giovani che vogliono raccoglierla: così le miniere diventano luoghi di stagionatura del formaggio o spazi per convegni, e riaprono alberghi e trattorie.

Sciacca – La Città dei 5 Sensi” è un progetto di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, naturale e artistico per promuovere un turismo di qualità, Nasce a fine 2019 da un gruppo di cittadini che hanno dato vita alla cooperativa di comunità Identità e Bellezza. La Comunità della Città dei 5 Sensi è formata da artigiani, commercianti, ristoratori, guide e tanti cittadini, che con competenza e passione hanno organizzato un insieme di esperienze e di ospitalità dedicate al visitatore. La rivoluzione alla base del progetto è che tutti coloro che fanno parte della Comunità si aiutano e sostengono l’uno con l’altro, mossi da un’unica visione: accogliere il turista come fosse un cittadino temporaneo in un ambiente curato e narrato. Possiamo a buon diritto parlare di Turismo di comunità, dove si condividono con il visitatore le risorse culturali, ambientali, ma anche sociali e identitarie.

Tutte le esperienze raccontate da Teneggi mettono insieme la dimensione economica, di impresa e la dimensione di comunità, e in alcuni casi l’impresa aiuta la comunità a rinascere, a rifondarsi, a rafforzarsi in una prossimità di senso.

Il racconto di Teneggi si chiude con una suggestione. Ottavia la città invisibile di Calvino è  “una città ragnatela città – ragnatela sospesa su un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c’è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s’intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. ,, Sospesa sull’abisso, la vita degli abitanti d’Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge“.

Torna al sommario>>>

La tecnologia e l’innovazione digitale come generatori di impatto sociale e ambientale anche in luoghi rurali, periurbani e nelle aree interne in Italia e nel Mondo: questo il focus dell’edizione del Social Enterprise Open Camp 2022 che si è tenuta  a Bari e Matera dal 21 al 24 ottobre 2022.

In this article