L’Italia dovrebbe essere leader nella ricerca sulla valorizzazione dei patrimoni culturali
E al titolo sarebbe bene aggiungere: …in Italia. Perché se c’è un Paese che dovrebbe essere leader mondiale in qualunque area di ricerca impegnata a trovare idee e a elaborare progetti per la valorizzazione dei patrimoni culturali, bene, questo Paese dovrebbe essere proprio il nostro. Invece le cose non stanno andando in questa direzione. La nostra industria del turismo sta perdendo posizioni e in un settore come quello della musealità ci stiamo collocando verso il centesimo posto. Ma forse qualcosa si sta profilando all’orizzonte. Sono partiti, o stanno partendo infatti, molti progetti, generati da vari bandi recenti, molti attivati dal MIUR, il Ministero dell’Università e della ricerca. Nel seminario si darà un quadro di tale attività emergente, ma soprattutto si descriveranno quali strumenti si devono mettere in campo per produrre innovazione nella fruizione di cultura. Un esempio per tutti: nel corso di una visita a un museo ogni visitatore esprime suoi specifici interessi, e lo fa soffermandosi di più in certe sale, o di fronte a una serie di “oggetti” particolari. Questo comportamento può essere “rilevato” con un sistema di monitoraggio che va a costituire un profilo di interessi e preferenze. Sulla base di tale profilo al visitatore possono arrivare sullo smartphone delle proposte, relative ad altri luoghi della città o del territorio, che siano in linea con i suoi interessi. In molti casi si tratta di suggerimenti ai quali da soli non si arriva. E’ quindi evidente come sia possibile generare nuove aperture culturali.
Relatori: Rita Cucchiara, Docente di Informatica al Dipartimento di Ingegneria, Università di Modena e Reggio Emilia; Silvia Boi, Responsabile progetti Beni culturali per Engineering SpA.
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Dipartimento di Ingegneria, Università di Modena e Reggio Emilia