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Triwù ha partecipato alla conferenza di presentazione del Piano Industria 4.0 del Ministro dello sviluppo economico e del presidente del Consiglio

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è intervenuto a Milano alla presentazione di Industria 4.0.

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Anche l’Italia ha il suo piano per l’Industria 4.0: è nazionale e come tale prevede una governance e una cabina di regia allargata, costituita dalla Presidenza del consiglio dei ministri e da sei ministeri, da università (Politecnico di Bari, Milano e Torino, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e CRUI), centri di ricerca (Cnr, IIT e Crea), Cassa depositi e prestiti, organizzazioni sindacali e mondo economico e imprenditoriale. “Una sorta di CdA che si riunisce ogni 6 mesi,” – la descrive il Ministro Calenda – “e analizza quello che è stato fatto in maniera spietata e cerca di cambiare quello che non funziona”.

Le linee di azione del Piano, data la situazione economica del Paese e le risorse che si possono effettivamente mettere in campo, prevedono di:

– Operare in una logica di neutralità tecnologica;

– Intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali;
“Tutto il piano è quindi costruito sulla sulla base di incentivi fiscali orizzontali. Che l’impresa va e attiva nel suo bilancio. Non ci sono incentivi a bando, non deve fare una domanda e aspettare dei soldi”.

– Operare sui fattori abilitanti;
“L’esempio principale è la banda larga sul quale si è fatto un grande investimento e che deve essere messa in condizioni di funzionare al meglio la dove ci sono già le imprese, la dove serve di più”.

– Orientare strumenti esistenti per favorire il salto tecnologico e la produttività;
“Riorentare gli strumenti che già ci sono senza inventarsene continuamente di nuovi”.

– Coordinare i principali stakeholder senza ricoprire un ruolo dirigista.

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Dal punto di vista degli obiettivi, il Ministro ha individuato per il piano nazionale industria 4.0, 2017-2020:
– Una mobilitazione nel 2017 di investimenti privati per 10 miliardi in più;
– Un aumento della spesa privata in R&D, tra il 2017 e il 2020, di 11,3 miliardi con maggiore focus su industria 4.0;
– 2,6 miliardi nel capitale di rischio, in particolare nell’early stage.

Industria 4.0 vuol dire anche, forse soprattutto, formazione e aggiornamento delle competenze: in questo ambito gli obiettivi prevedono la formazione di 200mila studenti universitari e 3mila manager specializzati in I4.0. Il raddoppio degli studenti iscritti a istituti tecnici superiori sui temi dell’I4.0, mentre 1400 su 5mila dottorati saranno specifici sull’I4.0 (Per queste e altre iniziative l’impegno del governo è di circa 700 milioni di Euro).

competenze
Viste le linee di azione e gli obiettivi posti, rimane il problema di come raggiungerli e quali risorse sono messe realmente in campo.
L’impegno pubblico previsto per il periodo 2017-2020 si aggira attorno ai 13 miliardi di Euro a fronte di un impegno privato di circa 24 miliardi. Il ministro, che ha escluso l’utilizzo di bandi, ha illustrato un programma incentrato su misure incentivanti tra cui:

il superamento del superammortamento al 140% con un “iperammortamento al 250% per i beni legati all’industria 4.0”.

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– una diversa modulazione del credito di imposta per ricerca e innovazione che sarà incrementale, portando l’aliquota della spesa interna fino al 50% e il limite massimo annuo per singolo beneficiario da 5 a 20 milioni di Euro.

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Tra le iniziative per le start up e le PMI, per cui ci si aspetta un impegno privato di 2,6 miliardi di Euro, ci sono detrazioni fiscali fino al 30% per investimenti fino a un milione di Euro, la possibilità da parte delle società “sponsor” di assorbire le perdite delle start-up per i primi 4 anni.

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PIR-Detassazione capital gain su investimenti a medio/lungo termine;
– Programma “acceleratori di impresa”;
Fondi dedicati all’industrializzazione di idee e brevetti innovativi;
Fondi VC dedicati a start-up I4.0 in co-matching (il Governo non vuole diventare un VC ma è disposto a sostenere la loro azione partecipando agli investimenti).

Riassumendo: dal punto di vista degli investimenti innovativi gli impegni pubblici si aggirano intorno ai 13 miliardi, con impegni privati previsti per 24 miliardi. Sullo sviluppo delle competenze, invece, impegni pubblici per 700 milioni che vedono un contraltare privato di 200 milioni.

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Sono previste poi azioni, che sono state definite direttrici di accompagnamento:
– banda ultra larga con il 100% delle aziende coperte a 30Mbps e almeno 50% delle aziende coperte a 100 Mbps, entro il 2020, tramite investimenti pubblici (6,7 miliardi) e privati (6 miliardi);
– forti investimenti su catene digitali di vendita;
– incremento del supporto alle PMI (centri tecnologici, workshop, formazione) con 100 milioni di impegno pubblico e 1 miliardo privato;
– negoziazione ed erogazione di finanziamenti personalizzati in base alle esigenze specifiche delle imprese con priorità su progetti I4.0 (1 miliardo di impegno pubblico, 2,8 miliardi di quello privato).

accompagnamento

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