Intelligenza artificiale, robotica e neuroscienze per costruire nuovi servizi, ma soprattutto abbattere i rischi della Banca. Due nuovi laboratori e il lancio di una start up: ecco le iniziative dell’Innovation Center di Intesa Sanpaolo
L’Innovation Center di Intesa Sanpaolo, una delle banche più solide d’Europa secondo i più recenti stress test, diventa una società a sé. Magari non è una grande notizia, ma l’idea però porta con sé diversi spunti interessanti che possono aiutare a capire quali siano i motivi che spingono una grande banca a occuparsi di innovazione.
Banca Intesa ha attivato da anni un programma sulle start up, le aiuta a crescere e in parte le finanzia. Si tratta di un progetto complesso dai molteplici risvolti che ha un buon ritorno in termini di reputazione, ma soprattutto aiuta la Banca a rimanere in contatto con centri di ricerca, università e più in generale rappresenta una sorta di sensore inserito nel mondo dell’innovazione.
Uno obiettivo è cercare di capire quali siano le tecnologie potenzialmente interessanti in ottica di derisking e quali, invece, possono essere le soluzioni utili per il settore bancario, da offrire come servizi alla stessa Intesa o ai suoi clienti, siano grandi imprese, PMI o start-up.
Obiettivi simili sono poi perseguiti anche attraverso altre linee di azione, che hanno portato all’apertura di due laboratori, uno sull’intelligenza artificiale realizzato in collaborazione con Fondazione ISI e uno sulle neuroscienze con la Scuola IMT Alti Studi di Lucca.
Tra le altre iniziative poi c’è la realizzazione di una start up che si occupa di programmazione di robot (nato da un robothon realizzato in collaborazione con diverse università italiane) e che si cimenterà nel settore retail; anche qui la cosa interessante non è soltanto l’oggetto del business, ma il fatto che una grande banca entri in business lontani delle sue “originarie competenze”. Conoscere è importante, ma fare, probabilmente, aiuta a comprendere meglio i meccanismi e le dinamiche, in ottica, forse, di offrire nuovi servizi più complessi e ad alto valore aggiunto.
Riassumendo, la filosofia alla base dell’Innovation Center, che oggi ha circa 55 dipendenti ed è destinato a crescere molto, è quella di sperimentare per conoscere e per capire – in primo luogo – come diminuire i rischi che la banca corre svolgendo il suo “lavoro” di prestatore.
Di questo e molto altro abbiamo parlato con Alessandro Balboni dirigente dell’Innovation Center in occasione del 4T – Tech Transfer Think Tank organizzato da Jacobacci & Partners.