Innovazione, ricerca scientifica. Istruzioni per comunicarle

Comunicare scienza e innovazione. E’ uscito il libro di Debora Angeloni e Federico Pedrocchi, per Il Sole 24 Ore

Nella storia della conoscenza vi sono periodi storici nei quali la produzione di innovazione subisce una forte accelerazione. Non v’è dubbio che quanto stiamo vivendo sia una di tali fasi. Il flusso innovativo investe tutti i settori e alle aziende si propongono nuove modalità produttive. Emerge quindi la necessità di comunicare – per propria conoscenza o per proporsi nel mercato – tale frontiera del progresso. E’ una attività complicata dal fatto che i supporti mediatici sono in piena trasformazione, con una trasversalità che non ha precedenti. Un giornale deve produrre articoli ma sul suo sito web diventa una televisione o una radio. E il pubblico sta progressivamente imparando a percorrere più territori mediatici. Cosa sia esattamente uno smartphone è un interrogativo non ancora completamente definito. E’ certamente un televisore, ma i televisori non sono mai stati dei telefoni!
copertinaMolti addetti ai lavori nei settori più diversi sono quindi chiamati a migliorare le proprie capacità di comunicazione. Questo saggio, che vede la collaborazione fra una istituzione universitaria di grande prestigio come la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e le edizioni del Sole 24 Ore, ha l’obbiettivo di fornire un percorso di formazione su un ampio panorama di temi e di forme mediatiche, per dare indicazioni su come gestirli al meglio. Non ci dovrà sorprendere, allora, se un capitolo lo si troverà dedicato al seguente interrogativo: Internet è un medium? Dipende da come si deve usare la rete. Ogni semplificazione può condurre ad errori. Come si è detto siamo in un’epoca di transizione e gli atteggiamenti rigidi è meglio evitarli. Come le migliori guide per viaggi il libro non ha la pretesa di raccontare ogni metro quadro del territorio mediatico. Raccontarne i panorami e le cittadine fondamentali: questo sì. Come partecipare al meglio ad una intervista, per esempio. Non è un appuntamento nel quale andare “a braccio”. Ha delle sue regole, soprattutto nella fase di preparazione. Ecco un tema che molti e molte chiamati a comunicare devono tenere presente: nelle redazioni non ci sono, per problemi economici, persone specializzate su ogni tematica.E’ necessario collaborare ed anche svolgere una funzione formativa nei confronti dei giornalisti.

Teniamo presente un dato fondamentale: quando si vivono stagioni di grande cambiamento la società tutta deve collaborare, deve costruire linguaggi condivisi. Molte tematiche che riguardano le gestioni aziendali, per esempio, sono note agli imprenditori e ai dirigenti. Devono essere comprese da più persone, e questo è un obbiettivo sociale di grande rilevanza. Fare azienda è una attività difficile nella quale molte scelte sono obbligate. Come queste scelte sono collegate a processi innovativi?Ci vuole coraggio e capacità razionali nel prendere dei rischi. Comunicare bene questo stato delle cose è tutt’altro che banale, e il libro vi aiuterà a farlo.

Oppure, altro tema di grande importanza, è spiegare perché la scienza sia uno strumento affidabile. Le ultime vicende del COVID hanno fatto emergere la presenza di una porzione significativa di italiani che considera la scienza come una attività poetica di liberi pensatori e non come un sistema molto rigoroso e controllato per produrre conoscenza. E così ci siamo ritrovati i terrapiattisti impegnati a confutare il virus, al punto di sostenerne la non esistenza.

Ma il lettore troverà descritte anche alcune “trappole” in cui è facile cadere quando si maneggiano contenuti scientifici e tecnologici. Un esempio? Il dibattito a più voci. E’ uno sport che richiede una certa preparazione mentale. E bisogna che chi si trova ad esserne coinvolto sappia come parteciparvi. Le reti televisive principali e un vasto campionario di emittenti minori vanno in onda con almeno quattro dibattiti settimanali.

Oggi, poi, molte realtà, pubbliche e private, scelgono di organizzare eventi pubblici. Sono momenti caratterizzati da una loro gastronomia che va per sommi capi conosciuta onde evitare la famosa panna nella carbonara. Nel saggio troverete un capitolo scritto da uno dei più abili organizzatori italiani di eventi scientifici.

Oppure il lettore troverà dei warning su certe direzioni mediatiche che possono essere efficaci solo per certi argomenti. C’è infatti un rischio di ipertrofia della comunicazione oggi. Comprensibile.
È come immaginarci, decenni fa, ai tempi dei negozi del panettiere, del droghiere, del ferramenta, l’improvvisa apparizione di un esselunga di cinquemila metri quadri. Ne saremmo usciti avendo divorato i risparmi, con tremila piatti di plastica e cinquecento scatolette di sgombri sott’olio.

Comunicare scienza e innovazione, quindi, non vuole essere un manuale, perché sarebbe stata una scelta arrogante, simile a quella di certi saggi in circolazione del tipo Dieci modi per diventare miliardari con Internet, simili alla famosa eliminazione della povertà di qualche tempo fa.
Significativa riduzione dei problemi, questa è la missione del saggio. Un obbiettivo apprezzabile di questi tempi.
Qualcuno ci ha suggerito un paragone con il disneyano Manuale delle giovani marmotte, che nelle situazioni più disparate ti proponeva una soluzione praticabile. È una interpretazione corretta. E poi ricordiamoci che l’auto guidata da Nonna Papera era un’auto elettrica.

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