Mamacrowd: una piattaforma di equity crowdfunding per investitori che hanno voglia di tornare a investire nell’economia reale
Uno slogan piuttosto usurato, ma pur sempre valido, disegna l’Italia come la patria delle PMI, poco importante se innovative o meno, oggi più comunemente riunite sotto la definizione di start up, quand’anche a livello di statuto ci siano, come ovvio, importanti differenze. Spesso sono imprese o spin off, nati da know how tradizionali rinnovati con nuove tecnologie, o addirittura imprese artigianali che vedono “ragazzi di bottega” o dipendenti mettersi in proprio. Un iter piuttosto comune che spesso connota distretti industriali, a volte iper tecnologici, più famosi nel mondo che a pochi km di distanza dalla loro sede (sono decine gli esempi possibili, tra i tanti, quello delle valvole sottomarine di Lecco e il biomedicale di Mirandola).
Tra i limiti del sistema Italia, oltre alla carenza quasi strutturale di grandi imprese, c’è la difficile circolazione dei capitali, spesso intrappolati in circuiti familistici o allocati con criteri poco chiari e quasi punitivi per PMI o nuove imprese.
Inoltre c’è un rapporto curioso tra piccoli medi risparmiatori e banche/finanza: in tutta Italia si discute per ore su quale sia il caffè migliore o il miglior modo per gustarlo, quali siano le migliori farine o i più convenienti banchi del mercato, però, quando si va in banca, si comprano azioni, obbligazioni o fondi senza alcuna attenzione. Il fatto che siano subordinate o meno è un argomento poco interessante, così come i prospetti informativi visti come inutili tonnellate di carta, stampati in caratteri minuscoli, da firmare in fretta e furia senza approfondire.
Il risultato è che si va in banca come se si andasse in chiesa prendendo quello che viene offerto senza spirito critico. Un contesto oggettivamente complicato che limita la crescita del sistema che però, forse, sta lentamente cambiando, anche grazie a iniziative, sicuramente rischiose (rischio moderato dalla possibilità di diversificare il proprio portafoglio su più start up), che cercano di introdurre dei processi e delle modalità di allocazione delle risorse diverse da quelle consuete.
Mamacrowd, una piattaforma di equity crowdfunding (riconosciuta e certificata dalla Consob), si propone di mettere in contatto investitori intenzionati a immettere i propri risparmi direttamente nell’economia reale e startup/PMI innovative alla ricerca di investitori. Impegnando il proprio denaro in un progetto sostanzialmente si comprano azioni, quote o altri strumenti finanziari offerti, e si diventa soci della società che si è scelto di sostenere.
Dall’incontro con Dario Giudici ad di Siamo Soci, il marketplace che ha dato vita anche a Mamacrowd, emerge l’idea che da qualche anno anche in Italia esista un mercato delle start up, che esista la voglia di emergere con idee importanti e di crescere chiedendo denaro al mercato. Oltre a questo ci sono l’instabilità, la volatilità e una generale sfiducia nel mercato finanziario, sensazioni che potrebbero spingere i piccoli medi investitori a puntare sull’economia reale. Magari su aziende appena nate in settori che, per passione o esperienza, conoscono molto bene e di cui riescono, o credono di riuscire, a cogliere in pieno le potenzialità.
Un’ulteriore spinta rassicurante è data dalla modalità di selezione dei progetti messi in finanziamento che non sono idee ai loro primi passi, ma sono tutti già stati finanziati o inseriti in uno degli incubatori partner di Mamacrowd tra i tanti Polihub, I3P di Torino, Alma Cube e molti altri qui elencati.
Nell’idea dei fondatori di Mamacrowd ci sono diverse tipologie di investitori: quelli, già citati, che decidono di puntare su un’idea perché ritengono di avere gli strumenti per conoscerla e capirla bene. Decidono di investire in equity e, prima di farlo, si impegnano a incontrare il team (non sempre e non per forza, solo per chi decida di investire importi importanti) e analizzarne il business di riferimento. La seconda tipologia di investitori, invece, crede più genericamente all’opportunità di investire nell’economia reale, punta a una diversificazione del portafoglio, è consapevole dei rischi che corre, non è necessariamente in cerca di exit miliardarie, ma può aspettare. Sa che nel suo portafoglio molto difficilmente ci sarà la nuova Google, ma è consapevole che il mercato potrebbe premiare il suo investimento con ritorni proporzionali ai rischi che si sta assumendo. Cambia in questo senso l’approccio alla creazione di nuove imprese che, soprattutto in Italia sono molto resilienti e, lontane dalla mitologia degli unicorni, nascono per resistere, per crescere affermandosi nei rispettivi settori. L’idea alla base potrebbe, o dovrebbe quindi essere, non quella di cavalcare il mito della iper scalabilità e della exit con moltiplicatori da fantascienza, ma piuttosto quella di sostenere un’espressione d’impresa tipica della tradizione italiana in grado di resistere nel tempo e di garantire ritorni comunque importanti (soprattutto di questi tempi).
Qui è possibile monitorare come sta procedendo, in tempo reale, il finanziamento dei diversi progetti.
LE IDEE IN FINANZIAMENTO
Le idee attualmente proposte da Mamacrowd hanno quasi tutte raggiunto il finanziamento richiesto (che può essere superato a discrezione dei richiedenti), tranne Gromia, una piattaforma che si occupa di affitti residenziali per periodi di tempo che vanno da 1 a 4 anni e Scuter, un veicolo elettrico a tre ruote progettato per essere sempre connesso e affermarsi nel mondo della sharing economy.
Tra i progetti in arrivo, nei prossimi giorni, si aprirà la raccolta per Ambiensvr, una piattaforma rivolta a professionisti (progettisti, produttori di mobili, real estate) che vogliono rivoluzionare la comunicazione dei loro prodotti attraverso l’uso della realtà virtuale collegabile al proprio smartphone.
Contatti
Candida un progetto su Mamacrowd
Il sito di Siamosoci