L’industria 4.0 non riguarda solamente le imprese, ma la digitalizzazione profonda della società in tutti i suoi meccanismi. Dalla scuola al welfare, dalle amministrazioni comunali alle organizzazioni internazionali
Dall’agosto in città deserte ai tablet utilizzati per monitorare, attraverso pannelli di controllo molto semplici, macchinari molto complessi. Dalla produzione di massa ed enormi magazzini a quella iper targettizzata, con processi di approvvigionamento just in time. Dalle fabbriche fordiste a quelle a “soffietto” pronte a riconvertire la produzione in poche ore o a raddoppiare, in pochi giorni, il numero dei lavoratori. Sono solamente alcune delle sfide poste quotidianamente dalle nuove tecnologie che vanno a definire il concetto di Industria 4.0.
Fabbrica e prodotti intelligenti, così come i lavoratori coinvolti nei processi di produzione. Se la società entra nella fabbrica attraverso i nuovi oggetti, oggi utilizzati per la produzione, lo fa anche costringendola ad adeguarsi ai nuovi bisogni e/o alle nuove mode in una commistione di interessi come sempre inistricabili.
Sempre più il centro di tutto sono le persone che animano la fabbrica, “stupida” o intelligente che sia, ma che vivono la società che deve strutturarsi per accompagnare la nuova Grande Trasformazione che stiamo vivendo.
Ne abbiamo parlato, in occasione del Master Mind 4.0 con Annalisa Magone presidente di Torino Nord Ovest, centro di ricerca che si occupa di imprese, lavoro e innovazione, autrice di Industria 4.0 edito da Guerini e Associati.
Il servizio è stato presentato in #08 Café Triwù
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Guerini Associati – Industria 4.0