La ricerca in bioingegneria all’Eugenio Medea, per un dispositivo di analisi dati e riabilitazione per gli arti inferiori
Raccogliere informazioni sulle modalità di cammino di una persona, inviandole in tempo reale un feedback su come ottimizzare l’andatura. È esattamente quello che riesce a fare la soletta sensorizzata messa a punto dal gruppo di ricerca in bioingegneria dell’Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini, diretto dall’ingegner Gianluigi Reni.
In realtà dispositivi di questo tipo sono già noti e utilizzati, sia in ambito riabilitativo, per seguire l’evoluzione di un paziente con problemi agli arti inferiori, sia in ambito sportivo, ma sono tutti molto sofisticati e complessi. Per questo, i dati raccolti vengono tipicamente analizzati ed elaborati solo da personale specializzato.
La grande novità della soletta sviluppata al Medea sta invece nella sua semplicità: in questo caso solo pochi punti di misura valutano l’appoggio del piede, riducendo il sistema di sensori necessario. Il dispositivo – una soletta sensorizzata – può essere inserito in qualunque tipo di scarpa e l’informazione raccolta può essere trasmessa in modo wireless a un cellulare o a un orologio, indicando direttamente, con un semplice sistema di luci verdi e rosse, se il piede è appoggiato in modo corretto o meno. Il dispositivo è stato brevettato: anche questo potrebbe trovare impiego in ambito differenti, non solo riabilitativi.
La ricerca all’ Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini pag. 1 – 2 – 3 – 4 – 5