Il dibattito è aperto, possono essere i makers i giusti interlocutori in grado di colmare il gap tecnologico-finanziario e aiutare PMI e artigiani a declinare i temi dell’Industria 4.0
Declinare l’IIoT e l’industria 4.0 sulle PMI italiane il problema del capitale umano
4.0 ovunque, se ne parla tantissimo. Bene. È anche ovvio: si tratta di una grande trasformazione che si propone in tutti i settori. Ma è anche vero che è bene aprire una seconda fase nella quale 4.0 deve essere analizzato, smontato nelle sue tante possibili declinazioni e capito, compreso per le sue diversità.
Make or buy? Il problema delle startup e le reti d’impresa
Una delle sue facce più interessanti rimanda al seguente interrogativo: chi sono gli attori che opereranno dentro questo grande torrente? Perché è evidente che le competenze necessarie, e le conoscenze da utilizzare, devono provenire da più sorgenti. Allora: la visione delle cose – per dirla in generale, sinteticamente, ma ci intendiamo – che cresce nel mondo maker, dove entra in contatto con il 4.0? Quale tipologia di azienda, dal punto di vista della sua modalità creativa e progettuale, sarà il punto di contatto con la potenza disordinata della grande tribù dei makers? Non è facile capirlo. È quindi è bene parlarne.
L’innovazione dal basso e le opportunità dell’open source
Tra gli argomenti che più hanno acceso il dibattito c’è la questione sull’opportunità e le capacità dei makers di trovare una qualche forma di rappresentanza, prendendo atto che quelle più consuete non sembrano in grado di rispondere alle necessità di un mondo molto fluido.
La dimensione d’impresa, e il problema della rappresentanza
Il problema della governance tra rappresentanza, open source e dittatore benevolo
Nuove forme di rappresentanza
Il servizio è stato presentato in #10 Café Triwù
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