
Tech for change e social impact è il titolo dell’edizione 2022 del SEOC
La tecnologia per il cambiamento è al centro anche dell’intervento di Mario Calderini, del Politecnico di Milano. Nel corso dello speech “Innovation is purpose. Promise and Letdowns of Social tech” ha messo l’accento sulla necessità di avviare una riflessione intorno concetto di innovazione. Solo pochi anni fa si pensava all’ innovazione come a un processo senza limiti e con grandi risorse. Ora dobbiamo fare innovazione in un mondo con molti limiti e regole, e risorse scarse. E dobbiamo guardare criticamente alla innovazione, che non sempre è utile, anzi. In questi decenni si è visto che tecnologie innovative hanno avuto conseguenze non intenzionali, non previste e non positive.
Parlando a una platea di imprenditori sociali, Calderini ha sottolineato come sostenibilità e profitto possono integrarsi, assumendo come prospettiva quella dell’innovazione.
Con alcuni elementi di attenzione: un modello che in una parte del mondo ha funzionato, altrove ha creato diseguaglianze ed esclusione (es. Silicon Valley); i monopattini elettrici si sono imposti come una nuova forma di mobilità urbana, producendo però incidenti, e timore nelle persone che non sono abituate a vedere un monopattino sfrecciare tra le auto e sul marciapiede; la scalabilità può avere effetti perversi, si pensi ad esempio alla consegna del cibo a domicilio, o ai B&B, idee interessanti messe in pratica senza pensare ai possibili effetti nel tempo e nello spazio; anche l’efficienza è una parola chiave associata all’innovazione, ma se – come è successo a Milano – utilizzando gli strumenti dell’I.A. si azzerano gli avanzi delle mense degli ospedali, tutto il complesso apparato che è stato sviluppato per raccogliere gli avanzi alimentari e distribuire cibo alle persone indigenti viene a cadere. Ma qualcuno ha pensato a fare un bilancio costi benefici? L’efficienza è sempre necessaria?
In breve, Mario Calderini vede possibile il superamento della dicotomia sostenibilità e profitto e chiede che il concetto di innovazione possa essere arricchito da nuove prospettive.
Dove guardare? Semplice ma difficilissimo, ispiriamoci alla natura, al terzo settore, ai paesi africani.