Quattro giovani start up e un unico obiettivo: monitorare lo stato di salute e migliorare la qualità di vita delle persone
Quello farmaceutico è un settore spesso concentrato su canali media e con una comunicazione piuttosto tradizionale. Ultimamente però, qualcosa si sta muovendo e si moltiplicano le iniziative organizzate per avvicinarsi al mondo delle start up e più in generale al digitale. Lo scopo, almeno in parte, è quello di dare una nuova idea di sé, andare a caccia di nuove idee promuovendo azioni di scouting, ma soprattutto cercare di capire o cavalcare l’onda del digitale che, sicuramente, investirà anche il mercato della salute. Se infatti, come ha affermato Luca Tremolada di Nova24, il 10% delle start up italiane si occupa di salute, dei 12 round di investimento più importanti realizzati in Europa nel 2015, secondo il report presentato da KPMG in questi giorni, che analizza quanto verificatosi nel secondo trimestre dell’anno dal punto di vista del venture capital, ben 3 riguardano il settore medicale. Nel dettaglio, Nabriva, start up austriaca che propone soluzioni di antibiotici in grado di contrastare agenti patogeni particolarmente resistenti, ha ricevuto 120 milioni di Euro. 87,5 milioni sono stati ricevuti da Am-Pharma, start up olandese impegnata nella ricerca di soluzioni terapeutiche antinfiammatorie, basate su uno studio innovativo del sistema immunitario, mentre sono 64 i milioni ricevuti da CrisPr, start up che ha progettato uno strumento in grado di manipolare con precisione e semplicità il DNA.
In questo contesto si inserisce l’iniziativa di Sanofi che, con i suoi aperitivi #MeetSanofi, ha dato spazio alla open health innovation presentando le idee di quattro startup italiane riunite da un unico obiettivo: migliorare la qualità della vita delle persone.
Il team di Horus Technology ha progettato un dispositivo indossabile che assiste le persone ipovedenti e le aiuta a leggere, scrivere e riconoscere gli oggetti intorno a loro:
Bloomia ha presentato un porta-pillole intelligente che eroga le compresse prescritte dal medico al momento in cui vanno assunte dal paziente. Inoltre, tramite l’apposita app il medico può pianificare la cura e il paziente è sicuro di assumere la compressa giusta al momento giusto.
Feelstep, invece, aiuta i malati di Parkinson. Dei sensori registrano i movimenti del paziente e inviano i dati al medico, che a sua volta può monitorare lo stato di salute di chi li indossa e calibrare i farmaci giorno per giorno. I sensori riescono, inoltre, a percepire quando il paziente sta camminando e, tramite un auricolare, regolano il suo passo emettendo una serie di bip.
Monitorare il battito cardiaco per comprendere se si presenta un problema di aritmia. Tutto questo è possibile con HeartWatch, un’app pensata e realizzata da quattro studenti universitari, che non si limita a svolgere il lavoro di un normale cardiofrequenzimetro, ma che è anche in grado di geolocalizzare il paziente, permettendo l’invio di soccorsi in un luogo preciso e di notificare il problema a una lista di amici o parenti preselezionati.