Le contemporaneità pone delle sfide tecnologiche e organizzative importanti, con Andrea Mazzarano del Centro Sviluppo Materiali affrontiamo alcuni dei temi che sono stati approfonditi nel Master Mind4.0 di cui è direttore
Fare Industria 4.0 oggi in Italia vuol dire domandarsi dove sarà la propria azienda in un arco temporale di qualche anno (almeno 5 anni) e che prodotti / servizi dovrà offrire ai clienti. Questa visione dovrà risolvere un sistema di tre equazioni, relative al tri-modello: quello di business, quello organizzativo e, infine, quello tecnologico. Ogni azienda trova le proprie soluzioni, aprendosi all’esterno sia verso i fornitori che verso i clienti, contaminandosi nella misura più corretta e coerente con la propria visione.
È questa la visione di Andrea Mazzarano direttore del Master Mind4.0 organizzato dal Centro Sviluppo Materiali e dal gruppo Rina a Dalmine dal 9 all’11 maggio e rivolto a imprenditori, manager, tecnici, dirigenti sindacali, ricercatori e studenti che si avviano a implementare progetti di Industria 4.0 dei settori della manifattura, dell’automazione, della produzione di beni di consumo per trarre vantaggio da questo rinascimento digitale.
Lo abbiamo intervistato per capire meglio la vision del Centro e per approfondire alcuni dei temi che sono stati trattati nel corso del Master.
– Quali sono i limiti e i punti di forza di questo insieme di tecnologie rapportati al sistema Italia?
Intanto bisogna sottolineare che il Piano Calenda ha avuto il merito di porre di nuovo al centro la manifattura. Il punto di forza delle tecnologie abilitanti è che ciascuna azienda le può inserire ed ottimizzare a suo uso e consumo, grazie al fatto che sono in buona misura note, se non addirittura in qualche caso mature.
Il Centro Sviluppo Materiali ha iniziato a studiare e offrire soluzioni basate sulle reti neurali negli anni ’90. Oggi codici e potenze di calcolo sono strabilianti in confronto a quelle di vent’anni fa, permettendo di concepire soluzioni molto più articolate.
Quindi le tecnologie non sono un problema. Bisogna però inserirle in un processo di “revamping” dell’azienda. Questo processo purtroppo viene percepito come un flusso continuo ancora in misura ridotta, si tende invece a considerarlo un gradino: faccio questo investimento e ho risolto per qualche anno. Questa visione semplicistica, con la velocità con la quale evolvono i rapporti con la clientela, rischia di ridurre in misura significativa il potenziale competitivo di una azienda.
– Quali sono gli scopi delle vostre giornate, a chi sono indirizzate e sostanzialmente a cosa servono?
MIND4.0 punta a dare una visione d’insieme di Industria 4.0, lasciando affrontare i diversi temi, tecnologici, di business e di organizzazione, ai migliori ricercatori italiani.
Abbiamo poi completato le giornate con lavori di gruppo che spingono i partecipanti a sedimentare i temi affrontati, delineando così un metodo, un percorso, per costruire la propria visione, definire i criteri per individuare i partner e infine diventare 4.0. I partecipanti sono capi azienda, responsabili di produzione, ricercatori, provenienti da settori industriali diversi. Ciò dimostra che questo tipo di offerta formativa è riuscita ad attirare uno spettro diversificato di interessi, garantendo un importante scambio di esperienze.
– Quali sono le vostre proposte in questo senso e come interpretata l’industria 4.0?
Il CSM ha sempre sviluppato soluzioni fortemente customizzate.
Per i nostri clienti abbiamo messo a punto un approccio in due fasi: nella prima entriamo in azienda e fotografiamo lo stato dell’arte in termini di qualità, infrastruttura informatica, processi ecc.. Al termine della survey predisponiamo un rapporto, Roadmap, che evidenzia un piano per integrare le
soluzioni di digitalizzazione che riteniamo di suggerire al cliente.
Nella seconda fase, sulla base delle decisioni aziendali, implementiamo le varie soluzioni: IoT, analytics, manutenzione predittiva, sensori intelligenti ecc.. Ovviamente implementiamo soluzioni nostre come pure anche soluzioni sviluppate con nostri partner specializzati.
Il nostro prodotto di punta è la piattaforma Cartesio4.0, frutto di un decennio di ricerca e sviluppo con i nostri clienti storici. Cartesio è modulare, scalabile e orientato a prevedere la qualità dei prodotti, monitorando il comportamento e le caratteristiche degli impianti dei processi e dei prodotti, grazie ad algoritmi che comparano le prestazioni attese con quelle misurate, lungo tutta la catena di produzione.
L’uso estensivo di Key Performance Index (KPI) aiuta a costruire interfacce semplici. Per come è concepita, Cartesio sta riscontrando successo sia presso le grandi aziende che presso le officine meccaniche di media taglia. Ovviamente abbiamo in corso anche progetti di R&S, tipicamente finanziati a livello comunitario.
Dromosplan (www.dromosplan.eu) per esempio è un progetto di ricerca che vuole sfruttare le potenzialità dell’uso di droni nella gestione dei grandi asset industriali, per incrementare la sicurezza dei lavoratori e monitorare l’ambiente grazie a sensori speciali ed algoritmi di analisi dell’immagine.
Nel video in apertura, viene mostrata la ripresa effettuata da un drone, dotato di telecamera, utilizzato dal CSM per il monitoraggio di un test impegnativo: nell’ambito del progetto “SARCO2 – Requirements for safe and reliable CO2 transportation pipeline (Requisiti per il trasporto della CO2 in modo sicuro e affidabile)” finanziato dalla UE, una condotta in acciaio riempita di CO2, ad alta pressione, è stata portata appositamente a rottura per verificare la resistenza alla frattura dell’acciaio impiegato in presenza di CO2. Quanto registrato dal drone ha permesso di evidenziare la dispersione della nuvola e avere quindi indicazione sull’area di sicurezza da mantenere attorno ad una condotta di questo tipo.
- L’introduzione di nuove tecnologie spesso comporta la nascita di conflitti all’interno delle imprese per i cambiamenti organizzativi e di visione che implicano. Come siete strutturati per gestire questi conflitti e come puntate a integrare e amalgamare competenze, visioni e necessità diverse?
Grazie per questa domanda, perché mette sul tavolo uno dei problemi che le aziende si trovano ad affrontare quando vogliono introdurre un’innovazione. Noi siamo stati fondati nel 1963 e da allora ci siamo confrontati continuamente con questo tema, permettendoci di sviluppare una certa sensibilità, che abbiamo raffinato da quando abbiamo reso operativi nostri laboratori all’interno delle fabbriche di nostri clienti storici: a Dalmine, dove terremo il MIND4.0, siamo presenti nello stabilimento Tenaris dal 1996.
Dello stesso periodo è la nostra presenza presso lo stabilimento di Terni della ThyssenKrupp. Ciò ci ha permesso di vivere “attivamente” anche questo genere di dinamiche. Ovviamente, da tecnici, diamo risposte tecniche.
Lo stesso tema, declinato in maniera specifica, è emerso anche presso la nostra clientela nei mercati emergenti, dalla Turchia alla Cina. Il nostro approccio e le nostre soluzioni tecniche si sono così evolute offrendo un equilibrio con sempre meno “saper fare” e sempre più modelli e dati, ma con un coinvolgimento completo dei team del cliente.
I risultati delle nostre attività hanno poi reso evidente che questo approccio pagava, sia in termini economici che formativi. Con l’ingresso alla fine del 2013 nel Gruppo RINA, la disponibilità di ulteriori esperienze, approcci e soluzioni ha ampliato ulteriormente il portafoglio di soluzioni che possiamo mettere a disposizione dei nostri clienti, per il loro “rinascimento digitale”.
LA PRESENTAZIONE DI MIND4.0
La 4^ Rivoluzione industriale bussa alla porta con una nuova visione dell’industria per concepire realizzare e proporre al mercato prodotti innovativi ad alto valore aggiunto con importanti guadagni di efficienza. La socializzazione digitale delle macchine comporta nuove sfide da superare e soltanto chi riuscirà a integrare intelligentemente le tecnologie abilitanti sfruttandone a pieno le potenzialità risulterà vincente.
Internet delle cose, Manifattura Additiva, Big Data e Data Analytics, Realtà aumentata, Robotica collaborativa, Digital Twins, sono alcune delle parole chiave in questo cambiamento. MIND4.0 è un modulo di alta formazione, full immersion sui temi di Industria 4.0 con un percorso originale in cui i grandi esperti nazionali portano il loro contributo ed attivano lavori di gruppo per condividere le conoscenze in modo trasversale anche attraverso le testimonianze di industrie manifatturiere operanti nei diversi settori industriali.
Il percorso proposto è concepito per trasmettere ai partecipanti metodi e strumenti per la creazione della Roadmap di transizione verso Industria 4.0 con un approccio graduale di ammodernamento digitale su tematiche chiave relative ad esempio all’efficienza energetica, lo sviluppo prodotto, il monitoraggio e la gestione dei processi, la manutenzione, l’organizzazione della fabbrica digitale e della logistica e i modelli di business.
Al contempo MIND4.0 sarà occasione per condividere una panoramica organica dello scenario industriale e socio-economico che si evolve spinto da Industria 4.0. MIND4.0 unisce le competenze tecniche ed esperienze operative del Centro Sviluppo Materiali con quelle dei Politecnici, Università e centri di eccellenza che studiano e valutano l’impatto tecnologico, economico, sociale ed organizzativo di Industria 4.0 nelle aziende.