In preparazione degli Stati generali della cultura, tre incontri per ritornare a pensare la cultura come fonte di innovazione. I video delle lezioni

Il progetto degli “Stati generali della cultura” nasce dal Manifesto per una costituente della cultura che l’inserto cultura de Il Sole 24 Ore ha promosso a fine gennaio. L’obiettivo degli incontri è quello di tradurre in proposta concreta il punto centrale del Manifesto. Gli incontri sono stati trasmessi in streaming su Triwù, dove era anche possibile interagire via chat con i relatori. Triwù è partner del Manifesto promosso dall’inserto domenicale perché pensiamo che la comunità che stiamo costruendo debba essere protagonista di questo impegno.

Ecco una breve sintesi delle conclusioni tratte dai tre relatori.
Il 14 maggio Michele Trimarchi, Professore ordinario di Analisi Economica del Diritto presso l’Università di Catanzaro, tra i massimi esperti di economia della cultura, ha tenuto una relazione dal titolo: “Misure di politica pubblica per la valorizzazione della cultura”. Trimarchi, in chiave conclusiva, ha lanciato due sfide al governo, due punti su cui soprattutto occorre intervenire. Primo: ridefinire il disegno istituzionale, la griglia normativa entro la quale si muovono le iniziative culturali, alleggerendola il più possibile. Secondo: curare l’infrastruttura culturale, ovverosia la “logistica” degli eventi culturali, affinché questi siano il più possibile integrati entro il tessuto urbano.
Il video dell’intervento di Michele Trimarchi è disponibile qui.

Il 18 maggio, Stefano Baia Curioni, professore associato di Storia Economica dell’Università Bocconi e direttore del corso di laurea in Economia per l’arte e la cultura, ha tenuto una relazione dal titolo: “Ripartire dalle visioni: produzioni e patrimoni culturali in Europa al tempo della crisi”. Anche Baia Curioni, in conclusione, ha lanciato due sfide al governo. Il primo punto, già enfatizzato da Trimarchi, è il seguente: occorre ripensare il modo in cui pubblico e privato entrano in rapporto nella gestione di enti culturali, poiché il sistema delle concessioni si è rivelato fallimentare. Le nuove regole dovranno consentire, infatti, sperimentazioni differenziate. La seconda sfida, pure cruciale, è quella della trasparenza: i bilanci degli enti culturali dovranno essere, a differenza di quanto oggi accade, comparabili tra loro e nel tempo. Le tecnologie e le competenze per garantire la trasparenza sono oggi già pienamente disponibili: occorre solo un’iniziativa concreta.
Il video dell’intervento di Stefano Baia Curioni è disponibile qui.

Il 21 maggio, Pier Luigi Sacco, Preside della Facoltà di Arti, Mercati e Patrimoni della Cultura e professore ordinario di economia della cultura presso l’Università IULM di Milano, ha tenuto una relazione dal titolo: “Come e perché la cultura crea valore economico e sociale: una prospettiva europea”. Alla fine del suo intervento Sacco ha dato un consiglio molto preciso al governo: “copiare la Polonia”. L’anno passato, infatti, in Polonia un grande movimento dal basso ha chiesto al primo ministro Tusk un innalzamento dell’investimento in cultura dallo 0,16% all’1% del Pil. Un innalzamento che non è stato però indiscriminato, ma in direzione della creazione di nuove capacità nella popolazione. E il risultato non si è fatto attendere, ha sottolineato Sacco, alludendo alla primavera culturale che in questo momento la Polonia sta vivendo.
Il video dell’intervento di Pier Luigi Sacco è disponibile qui.

Partner del progetto lanciato da Il Sole 24 ore è Engineering, prima azienda italiana di Information Technology e tra le top 10 europee. Il Gruppo Engineering investe energie e risorse nel progettare strumenti per la creatività e la conoscenza in Italia e all’estero. In ambito europeo Engineering è impegnata nei piani di ricerca del governo comunitario, tra cui Horizon 2020 che stanzierà 80 miliardi di euro in aree trainanti per l’Europa. Ma la sezione cultura, conoscenza e creatività, nel progetto Horizon, è al momento assente: a maggior ragione diventa dunque centrale la collaborazione per gli Stati generali della cultura.

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