Il sistema industriale italiano, pur avendo grandi potenzialità presenta limiti importanti, legati alla capacità di investimento e alla dimensione media di impresa. Criticità che, al contrario di quanto si pensava, sono esaltate dalla nuova ondata tecnologica
Luca Iuliano professore del Digep al Politecnico di Torino e Valerio De Molli AD European House Ambrosetti sfatano alcuni miti relativi all’industria 4.0 che coinvolgono le PMI, gli investimenti e la scalabilità delle tecnologie.
Il quadro che emerge dai loro interventi è piuttosto significativo, il sistema dei distretti italiani e delle PMI è troppo piccolo, debole e fragile per affrontare la velocità e le dimensioni del cambiamento che stiamo affrontando.
Non hanno, o non sembrano, a oggi, avere, le dimensioni minime e la forza di rischiare. E le conseguenze sono pochi investimenti destinati a ricerca e sviluppo.
Al contrario di quanto poi si pensa, le nuove tecnologie non sono scalabili senza grossi investimenti, non solo perché essendo nuove e non totalmente mature, sono soggette a essere perfezionate o rapidamente superate, ma anche perché necessitano di importanti infrastrutture. Da qui la necessità di trovare dei modi per raggiungere i capitali necessari agli investimenti più che mai necessari. Dalle interviste emerge una possibile soluzione, dedicarsi con più forza e convinzione all’Open Innovation.
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