Progetti MAAT e RINOVATIS su nanotecnologie e tessuti

Innovazione nel settore delle nanotecnologie e dell’ingegneria tissutale

Un’intervista di Michele Manghi ad Alessandro Sannino in occasione della presentazione delle esperienze derivate da Rinovatis.

Sembra che la Puglia negli ultimi anni  abbia deciso di percorrere una nuova strada per arrivare a una meta precisa: si è data  una vera e propria mission. Il tacco d’Italia sta provando ad accrescere e a rendere più competitivo il suo tessuto economico-sociale, per rilanciarsi sul panorama nazionale e internazionale, generando e stimolando tutta una serie di iniziative volte a facilitare e diffondere la cultura dell’imprenditorialità, in particolare dell’imprenditorialità innovativa.

Dare fondi attraverso bandi e competition è una parte fondamentale del percorso, ma non è la sola via perseguita: altre azioni parallele vanno molto più a fondo, sono molto più lungimiranti.
Una nuova e particolare strategia sta alla base dell’azione della Regione, che riporta tra i banchi di scuola persone già laureate per fornire loro una preparazione sul mondo aziendale e per diffondere cultura d’impresa. In aggiunta a questo, ricalcando l’azione europea, le istituzioni regionali sono fortemente interessate a creare connessioni tra cittadinanza, aziende, scienziati e ricercatori, e le istituzioni stesse.

Un ruolo di rilievo è stato assunto dal Dhitech, distretto pugliese per le tecnologie, che sfruttando i centri specialistici e le forti competenze di gruppi di ricercatori presenti a Lecce, si è rivolto a due figure di spicco, i professori Giuseppe Gigli e Alessandro Sannino. Hanno ideato MAAT e RINOVATIS, progetti di ricerca in ambito scientifico, con azioni di formazione e creazione di living lab, finanziati dal Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competitività” 2007-2013 (PON “R&C”).

MAAT è un acronimo ricavato dal corrispettivo inglese di “Nanotecnologie Molecolari per la Salute dell’Uomo e l’Ambiente“, RINOVATIS, dal lungo titolo, sta per “Rigenerazione di tessuti nervosi ed osteocartilaginei mediante innovativi approcci di Tissue Engineering“. I progetti sono incentrati, come i titoli suggeriscono, sulle nanotecnologie il primo e sulla rigenerazione dei tessuti umani il secondo.
Entrambi prevedono azioni formative con i programmi “Activating MAAT” e “Activating Rinovatis”. Nell’ormai lontano aprile 2013 sono stati selezionati una ventina di giovani laureati, divisi tra chimici, biologi, ingegneri e biotecnologi destinati a diventare “Ingegneri/innovatori imprenditori“, in due anni. L’originale percorso pensato da Gigli e Sannino, insieme ai loro collaboratori, si è articolato in due parti, con un doppio approccio: quasi la metà del tempo dei corsi è stato dedicato ad affiancamenti presso i partner dei progetti e a lavori individuali o di gruppo, la restante parte è stata invece destinata a una serie di lezioni con approccio scientifico-tecnologico integrato da lezioni di business. La ragione di fondo di tale operazione è stata quella di diffondere una cultura dell’imprenditoria soprattutto tra i giovani, dando loro tutti i mezzi materiali e le conoscenze teoriche per avviare iniziative di creazione di start-up e spin-off.

Parallelamente i due PON hanno la funzione di generare un sistema territoriale interconnesso di diversi soggetti. Per fare questo, nell’ambito dei progetti, sono stati istituiti due living lab, strumenti di applicazione di un modello che coinvolge gli utenti finali nel processo di innovazione; in sostanza si porta la ricerca dal laboratorio verso contesti di vita reale, nei quali gli utenti, in cooperazione con ricercatori, sviluppatori e progettisti, contribuiscono al miglioramento della tecnologia, del prodotto o del servizio che si sta sperimentando.
Da MAAT abbiamo Nano-Technology Living Lab, che connette centri di ricerca e aziende operanti nel settore delle nanotecnologie per attuare il trasferimento tecnologico dai laboratori ai soggetti presenti sul mercato.
Da Rinovatis, invece, Translational Medicine Living Lab, che include i pazienti nel processo di produzione di farmaci, terapie e dispositivi medicali da parte dei ricercatori nell’ambito clinico.
Interventi di questo tipo rappresentano una novità in Italia, pertanto si vuole imitare un modello di buona pratica da altri paesi dove queste realtà sono già consolidate.
(articolo di Domenico Bottari)

Su Triwu’ Alessandro Sannino e Roberto Giannantonio sono intervistati da Federico Pedrocchi sul progetto dei Living Lab, a Smau Bari 2014.
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