Un gruppo ricercatori dell’Università di Udine lavora al sequenziamento del genoma della vite

La genetica è la scienza che cerca di spiegare i meccanismi di funzionamento degli organismi viventi: umani, animali e anche vegetali. Quello che è stato studiato e applicato all’uomo vale anche per le piante. La genetica vegetale può infatti risolvere questioni destinate ad avere grande impatto per la salute, per l’ambiente ma anche per l’economia di un territorio.  Come la riduzione dell’uso dei pesticidi.
Pensiamo alla vite. Un vigneto per essere produttivo impiega circa 2 anni, ma basta una malattia come la peronospora o la fillossera per compromettere investimenti, lavoro e speranze di persone e territori. Per scongiurare tale rischio si fa ricorso ai pesticidi: nell’Unione Europea il 65% di tutti i fungicidi impiegati in agricoltura riguarda il 3% della superficie agricola, quella coltivata a vite, 68 mila tonnellate l’anno (dati Eurostat 2007).

La determinazione nel cercare una strada alternativa, capace di salvaguardare il prodotto ma anche la salute e l’ambiente, ha indotto un gruppo ricercatori dell’Università di Udine a lavorare al sequenziamento dell’intero patrimonio genetico, il genoma, della vite.
Il risultato è stato raggiunto nel 2007 e il team udinese è arrivato alla ribalta della scena scientifica mondiale. La ricerca ha posto le basi per la creazione di nuove varietà di uve da vino resistenti alle malattie, senza bisogno di pesticidi mantenendo alta la qualità dei mosti. Fino ad allora i tentativi di risolvere il problema erano confinati nelle tecniche tradizionali di incrocio di vitigni selvatici con quelli coltivati per aumentarne la resistenza, ma senza garantire la qualità dell’uva in tempi ragionevoli. Erano necessarie varie generazioni di reincrocio prima di produrre uva di qualità.
La conoscenza del patrimonio genetico della vite ha permesso di capire i meccanismi con cui le viti americane, più resistenti delle nostre, si difendono dai patogeni. E’ stato quindi possibile incrociare i migliori ibridi (frutto di incroci) con vitigni di pregio.
Delle 170 selezioni ottenute, scelte in campo a Udine e vinificate a Verona, si è arrivati, dopo le prove di assaggio, a venti. Da queste sarà ricavata e certificata la vite da vino resistente alle malattie. Il tutto in tempi infinitamente più brevi rispetto a quelli che sarebbero stati necessari utilizzando le tecniche di incrocio tradizionale.


CONTATTI

Federica Cattonaro
Istituto di Genomica Applicata
in collaborazione con Università di Udine
www.appliedgenomics.org

In this article