Gender Smart Investing al centro delle attività informative e formative a Napoli e Salerno

Dopo due esperienze di formazione a bordo di una nave nel Mediterraneo, quest’anno Opes LCEF Impact Fund e CGM hanno scelto la terra ferma per organizzare l’Open Camp. Il focus è sulla diversità di genere, sulla imprenditorialità delle donne, sul Gender Smart Investing.

Perché le donne? Nel corso delle quattro giornate a Napoli e Salerno questo argomento è stato una sorta di fil rouge, un sottotesto che emergeva in tutti gli interventi per ricordare che superare il gap di presenza femminile nei board delle imprese è un dovere etico, ma anche che le donne nella governance delle imprese e dell’imprese sociali sono una garanzia per gli investitori, sono un fattore di mitigazione del rischio.  

Detto questo, ancora una volta l’Open Camp è stata una esperienza intrigante e arricchente, per certi versi entusiasmante.

Accolti dal Sindaco di Napoli De Magistris, durante la prima giornata a Castel dell’Ovo decine e decine di giovani provenienti da tutto il mondo hanno seguito gli interventi che raccontavano lo scenario attuale dell’impresa sociale femminile e un futuro di ampi orizzonti a cui guardare. 

E’ stato richiamato lo sguardo delle donne nel leggere con concretezza il bisogno e il mercato, l’attenzione degli investitori all’impresa femminile, la necessità di impegnarsi nello studio delle STEM e delle tecnologie per avere competenze da portare al mercato del lavoro. Così la programmazione deve entrare nelle scuole e per far questo ci devono essere le infrastrutture, economiche, robuste, per tutte le comunità. Il fair trade può supportare lo sviluppo delle infrastrutture e delle tecnologie, e le tecnologie possono diffondere informazioni, istruzione, cultura, e migliorare la qualità della vita. 

74OfytFmStiamo parlando di paesi del sud del mondo, ma anche di paesi emergenti e di Europa: le sollecitazioni che arrivano dalle molte donne e dagli uomini sul palco riguardano tutti i presenti. 

Dopo le grandi sfide e le grandi opportunità, e il tramonto sul golfo di Napoli, due giorni a Salerno di duro lavoro: la formula è sempre la stessa, perché funziona. Sei imprese sociali, sei gruppi di lavoro, sei imprenditrici del sociale che presentano una case history da analizzare e rielaborare, per presentare un’ipotesi di lavoro e di rafforzamento. Nel pitch finale si sceglie e si premia l’idea migliore, raccontata meglio, sviluppata con coerenza, insomma “messa a terra” con cura, attenzione e concretezza. 

Il lavoro di gruppo è inframezzato da interventi dal palco in plenaria, finalizzati a segnalare alcuni temi, a portare esperienze di successo, a dare voce agli sponsor che sostengono questa iniziativa perché ci credono. Anche i pranzi, le cene, le colazioni, i dopo cena sono momenti di confronto, di incontro, di racconto. L’unico rimpianto è che questa comunità che si crea durante l’Open Camp si scioglie al momento dei saluti, salvo poi il piacere di rivedersi l’anno successivo. 

All’Open Camp si scopre il mondo. E poi si lavora per cambiarlo. 

L’evento è stato promosso da Fondazione Opes-Lcef e da Cgm e organizzato in collaborazione con diversi partner strategici, tra i quali: Enel, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Ubi Banca e con il Patrocinio del Comune di Napoli e di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Qui sotto potete vedere alcune interviste fatte durante l’Open Camp:


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Social Enterprise Open Camp

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