Treno alta velocità

“Analisi costi-benefici” è il tema centrale del quarto numero de “I Quaderni di approfondimento” della Fondazione Ergo, dedicati all’analisi del panorama industriale italiano

Una storia che potrebbe essere infinita, e del resto il tema è certamente complesso, sul piano tecnico. La valutazione costi/benefici per la TAV sta facendo emergere altre interpretazioni, diverse da quella negativa che è stata rilasciata dalla commissione messa in campo dal Governo, voluta dall’attuale Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e redatta dal gruppo di lavoro sulla valutazione dei progetti coordinato da Marco Ponti, Professore Ordinario di Economia applicata al Politecnico di Milano.

A proporre approcci differenti si fanno avanti anche realtà di alto profilo. Una di queste è la Fondazione Ergo, un osservatorio di dati operativi su parametri chiave dell’organizzazione del lavoro (pause, ritmi di lavoro, malattie professionali, modelli organizzativi, progettazione dei sistemi di produzione). La Fondazione supporta imprese e sindacati con servizi di audit sui livelli di produttività del lavoro, sulla gestione del rischio ergonomico rispetto a standard internazionalmente riconosciuti (standard CEN/ISO e benchmark World Class Productivity) e sui modelli operativi basati sul coinvolgimento strutturale delle risorse umane; fa analisi e ricerca su argomenti di carattere economico-industriale, organizzativo, ergonomico e tecnico.

Questi alcuni temi indagati nell’“Analisi costi-benefici del nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione” condotta dal Centro Studi di Fondazione Ergo.
Di seguito, alcuni elementi presi in esame e le relative risultanze:
• Il costo dell’investimento è sovrastimato, in quanto si analizza una visione europea del progetto anziché una italiana, conteggiando anche la quota a carico della Francia e si considera il costo della tratta nazionale di 200 milioni di euro per la riqualificazione e il potenziamento dello scalo di Orbassano, che non fa parte della Torino-Lione;
• Il costo sociale per ogni decesso evitato viene stimato dalla UE pari a 1,87 milioni, per un ferito grave 243mila euro. Tali numeri si potranno ridurre grazie alla nuova ferrovia, che comporterà un minor uso del trasporto su gomma sia passeggeri sia merci, quindi un minor numero di feriti e morti per incidente;
• Nel calcolo della riduzione delle emissioni di CO2 per il passaggio da gomma a ferro, sono stati considerati soltanto i veicoli di classe Euro 5 e 6, mentre il parco circolante italiano è caratterizzato principalmente da veicoli euro 0-1-2-3-4 ad alto impatto inquinante;
• Viene calcolato il calo nel gettito delle accise (e dei pedaggi) tra i costi, fattori da considerare in un’analisi finanziaria e non economica; ciò significa, inoltre, auspicare un maggiore consumo di carburante, per avere maggiori entrate nelle casse dello Stato.

Fondazione Ergo giunge alla conclusione che la TAV può generare benefici fino a 1,5 miliardi di euro.

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