Un fab lab: non solo stampanti 3D, ma anche inclusione sociale

Intervista a Costantino Bongiorno del team di WeMake, fab lab nato a Milano

Si chiama WeMake e, come suggerisce il nome, è uno spazio in cui viene data a tutti, professionisti e non, la possibilità di creare qualsiasi cosa si abbia in mente grazie a strumenti tecnologici messi a disposizione: stampanti 3D, frese a controllo numerico, laser cutter, macchine da cucire industriali.

Un fab lab (fabrication laboratory) nato a Milano – in Italia ce ne sono una cinquantina – per volontà di 5 professionisti che si sono posti l’obiettivo non solo di rendere accessibile a chiunque la tecnologia necessaria per dare vita alle proprie idee, ma anche di supportare percorsi formativi ed educativi, con il coinvolgimento di scuole, università, associazioni non profit, aziende…

Le persone, in questo modo, possono entrare a far parte di una community, imparare, scambiare conoscenze, e realizzare oggetti che rispondano alle loro specifiche necessità, ma anche a quelle della comunità di appartenenza.

Si costruisce così un nuovo rapporto con il produrre, si avviano progetti di inclusione sociale e si stimola la formazione di una cittadinanza attiva. Ci racconta in che modo Costantino Bongiorno del team di WeMake, intervistato da Federico Pedrocchi.


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