Mettere i macchinari industriali in collegamento tra loro in modo che possano comunicare, riconoscersi e scambiarsi dati senza bisogno di intermediari
Se è vero che ci saranno presto 50miliardi di oggetti connessi, ci sarà anche la necessità di farli dialogare tra loro.
Farli dialogare e scambiare dati, come fossero persone in una stanza, quindi, direttamente, senza la necessaria presenza di terze parti, di intermediari.
Più semplicemente, se due auto senza pilota sfrecciano su una strada ha senso che per dialogare, per scambiarsi informazioni o riconoscersi, debbano mandare dei dati in cloud e quindi collegarsi a un server posizionato a migliaia di chilometri di distanza?
È il problema che in ambito industriale sta cercando di risolvere, e forse c’è riuscita, UniquID una startup un po’ italiana e un po’ statunitense che vede tra i fondatori Stefano Pepe.
L’idea è quella di progettare un protocollo di comunicazione per oggetti che sfrutti e faccia leva sulle stesse caratteristiche di sicurezza e indipendenza di blockchain e bitcoin declinando quindi la tecnologia.
Se quindi bitcoin elimina intermediari e terze parti nella trasmissione di denaro, UniquID si ripromette di farlo nell’ambito della comunicazione tra oggetti permettendo a questi di scambiarsi dati e informazioni senza terze parti.
Questo avrà molte applicazioni importanti soprattutto in quei settori in cui il dato debba vivere e lavorare a prescindere da internet e in tutti quei settori in cui il collegamento a un server può presentare un problema per la privacy o per la robustezza del dato stesso.
In questo senso, suggerisce Stefano Pepe, la blockchain offre un’ottima soluzione, anche se al suo interno bisogna trovare delle soluzioni che permettano di superare i limiti strutturali della tecnologia. Nell’intervista le soluzioni adottate da UniquID…
Il servizio è stato presentato in #06 Cafè Triwù.
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